Si rassegni chi pensava che la fabbrica dellodio avesse potuto chiudere i battenti, non fosse altro che per il clima natalizio e per la pax bipartisan invocata dopo laggressione di Silvio Berlusconi di piazza Duomo. Lo shopping a caccia di insulti non conosce tregua a sinistra. «Fare le riforme con Berlusconi? È come affidare al mostro di Marcinelle (Marc Dutroux, ndr) un asilo nido», recita infatti la cartolina di auguri inviata al premier da Paolo Ferrero, portavoce nazionale della Federazione della Sinistra, lultimo contenitore comunista che raccoglie i cocci di Rifondazione e Comunisti italiani. Fuori dalle aule parlamentari, e anche un po fuori di zucca, Ferrero ha voluto dire la sua sulla «puzza di inciucio» che a suo dire aleggia in questi giorni, complici alcune aperture di Massimo DAlema sulle riforme costituzionali. Uno spiraglio per le riforme che diventa zaffata di stantii miasmi dallala sinistra dura e pura, costretta ad allearsi con lItalia dei valori pur di godere di qualche boccata dossigeno sui giornali. Lex ministro di Romano Prodi alla Solidarietà sociale, di solidarizzare con il Cavaliere non ci pensa proprio. Anzi. Il solito, stanco proclama anti premier («Berlusconi è interessato soltanto alla propria impunità, perciò è inverosimile qualunque sincera ipotesi di riforma») è un raro mix di populismo e sfascismo contro «la Finanziaria, che nulla fa per contrastare la gravissima crisi economica» e, ovviamente, «a difesa della democrazia e delle istituzioni, pesantemente sotto attacco da parte del presidente del Consiglio».
Ma nel centrodestra il livoroso attacco di Ferrero non è rimasto lettera morta. «Il silenzio non si addice a certi insulti, ora basta - ha detto infuriato il presidente dei senatori Pdl Maurizio Gasparri - le parole di Ferrero su Berlusconi sono intollerabili. Chiedo pubblicamente e formalmente al presidente della Repubblica che intervenga in maniera diretta e specifica per biasimare chi continua a insultare Berlusconi, colpito fisicamente e non più solo verbalmente dai diffusori di odio». Dunque il Colle viene chiamato in causa, e non è escluso un nuovo, duro affondo del Quirinale contro chi ostacola il clima di concordia auspicato nei giorni scorsi dallo stesso Napolitano. Gasparri ne è certo: «Il capo dello Stato interverrà. Noi rispondiamo con lindignazione a chi vìola le regole della democrazia. Ma abbiamo diritto alla tutela morale delle istituzioni. Ecco perché sono sicuro che Napolitano dirà la sua come supremo garante di una democrazia. Minacciata non da Berlusconi ma da gente come Ferrero».
«Credo che Paolo Ferrero farebbe bene a scusarsi non solo con Berlusconi, ma con tutti gli italiani - ha detto in serata il portavoce Pdl Daniele Capezzone - a maggior ragione in un momento come questo, è incredibile che un uomo politico che voglia essere responsabile ricorra a immagini così offensive, insultanti e incendiarie. Perché tanta violenza verbale? Non è bastata la violenza fisica contro il premier?». Evidentemente no.
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