di Luca Fazzo e Enrico Lagattolla
Un cuore troppo piccolo in un corpo troppo grande. Michele Ferrulli, il 51enne morto la notte del 30 giugno subito dopo un controllo di polizia, era un gigante di 147 chili. Come un trattore, ma con un motore da utilitaria. Il suo muscolo cardiaco, infatti, pesava circa 700 grammi. Poco, troppo poco secondo i medici che hanno eseguito l’autopsia e che nel giro di quindici giorni completeranno la relazione da presentare in Procura. Il cuore di Ferrulli, sostengono gli esperti, avrebbe dovuto essere grande almeno il triplo. Due chili, per sopportarne la mole. E soprattutto, per reggere l’urto dei concitati minuti compresi fra l’arrivo della volante, il diverbio con gli agenti, le manette messe ai polsi. Il tutto, con una dose di alcol nel sangue ancora da definire. Così, è l’ipotesi, l’uomo sarebbe morto per infarto da stress. Peraltro, proprio a causa della massa corporea del 51enne i soccorritori non erano riusciti a intubarlo per tentare la rianimazione prima di portarlo in ospedale.
Un caso delicato, quello finito sul tavolo del pm Gaetano Ruta. Da un lato, i familiari di Ferrulli che denunciano il «pestaggio» di cui l’uomo sarebbe stato vittima. Dall’altro, le relazioni di servizio della polizia secondo cui il 51enne - «ubriaco, aggressivo e ostile» - avrebbe minacciato gli agenti quando questi stavano chiedendo i documenti ai due amici, e tentato di colpire un poliziotto. È in quel momento, secondo la versione della questura, che la situazione degenera: gli agenti che tentano di ammanettarlo, e l’uomo che cade a terra. Sono i pochi istanti che ne precedono la morte. Nel mezzo, un video ripreso con un telefono cellulare che - allo stato - non sembra d’aiuto ai magistrati. Un po’ perché le immagini non appaiono particolarmente chiare, un po’ perché si tratta di un duplicato della ripresa fatta in via Varsavia. E dunque, quel filmato potrebbe essere stato alterato. Anche per questo, nei giorni scorsi, i pm hanno invitato l’autore del video a consegnare la versione originale. O - ancora meglio - a presentarsi in Procura come testimone oculare. Anche perché dei due romeni sentiti dal pm, uno ha cambiato versione, finendo per accusare la polizia.
Per i medici, però, la morte di Ferrulli non sarebbe dovuta alle percosse che - denunciano i familiari - l’uomo avrebbe ricevuto dagli agenti. Lo esclude il referto del Pronto soccorso, nel quale si legge di «segni sui polsi bilateralmente. Al tronco anteriore non si evidenziano lesioni. Dorso indenne per quanto visibile. Collo e volto indenni». E sembra escluderlo l’autopsia eseguita martedì scorso, che ha evidenziato fratture alle costole (compatibili con il messaggio cardiaco eseguito per cercare di rianimare il 51enne), ed escluso lesioni evidente agli organi interni.
I magistrati, però, attendono la relazione conclusiva dei medici prima di tirare le somme dell’inchiesta, e magari iniziare un nuovo giro di faccia a faccia con i testimoni.
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