Marisa De Moliner
Il Policlinico gioca d'anticipo. Festeggia oggi i 500 anni che compierà nel 2006. Un'anticipazione voluta in occasione della Festa del Perdono che si ripete ogni due anni e ricorda la collaborazione tra autorità religiose e civili milanesi nella cura dell'ammalato e nell'assistenza ai poveri. Ma a questa tradizione secolare, che si tramanda dal 1459, se ne affianca una più recente: quella di premiare con medaglie d'oro e d'argento il personale che è andato in pensione l'anno scorso, rispettivamente dopo 34 anni, sei mesi, un giorno e 19 anni, sei mesi e un giorno di servizio. I primi sono molto pochi, meno della metà dei secondi, precisamente ventitré e cinquantatré. Questa mattina l'Ospedale Maggiore non guarderà soltanto al passato, remoto e recente, ma anche al futuro. Questo, che è il primo anno della Fondazione Policlinico, Mangiagalli e Regina Elena, servirà al presidente Carlo Tognoli per fare il punto sulla situazione del nuovo Ospedale Maggiore. Tempo previsto per la sua edificazione sei anni, anche se già dopo tre si dovrebbe vederne realizzata una parte importante: la costruzione del nuovo padiglione Monteggia che ospiterà l'attività di neurologia, quella di neurochirurgia oltre all'oculistica e all'otorinolaringoiatria. Il suo compito però non termina qui. Servirà, infatti, a consentire lo svuotamento e la demolizione di quattro padiglioni .
Sul terreno così reso disponibile sorgerà l'area materno-infantile che sostituirà le storiche cliniche Mangiagalli e De Marchi. E se a Tognoli questa mattina toccherà parlare del futuro dell'ospedale di via Francesco Sforza, a illustrare il prestigioso passato sarà il docente di storia medioevale Francesco Somaini.
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