Valeria Arnaldi
Una sala cinematografica allinterno di una tensostruttura in grado di ospitare 1850 spettatori per un cartellone ricco di grandi attori e attesissime anteprime. Nel foyer, uno studio televisivo-salotto per incontri con personalità, critici, vip ma anche gente comune, di cui sentire, a caldo, i pareri sulle pellicole. Allesterno, subito dietro langolo, un insediamento abusivo di nomadi, con roulotte parcheggiate in strada, catini per lavarsi, poltrone e materassi collocati sui marciapiedi e nei giardini, fili di panni stesi tra gli alberi.
A pochi giorni dallinaugurazione della Festa Internazionale del Cinema, questo è laspetto di via Norvegia, scelta dal Comune come location del PalaRomaUno, dove dal mattino alle 23 saranno proiettati i film più importanti della manifestazione, in leggera differita rispetto agli orari dellAuditorium. Ad attirare i nomadi non è stata, come si potrebbe pensare, la presenza di cantieri e confusione, né una lungimirante previsione di guadagni, visto lalto numero di spettatori previsto ai quali poter chiedere qualche spicciolo. Al contrario: è stato il campo, infatti, a spostarsi per consentire lo svolgimento dei lavori. I nomadi si sono stabiliti allinterno del Villaggio Olimpico già da tempo, peraltro occupando le zone più verdi o prestigiose, con vista sui gruppi bronzei di Amleto Cataldi. In via Norvegia, si trovava la comunità più numerosa, che con roulotte, camper e arredi di vario tipo aveva occupato tutta larea di parcheggio. Neanche la recente attivazione delle strisce blu è servita a cambiare la situazione. Per paradosso, ad allontanarsi non sono stati i rom ma gli operai che hanno tracciato la sosta, lasciando roulotte e camper in piccole e privilegiate «isole» gratuite: le linee si interrompono allaltezza della parte posteriore dei mezzi per riprendere dopo quella anteriore. Le numerose e vivaci proteste dei residenti non sono servite a nulla, se non a ribadire agli abusivi - se mai ce ne fosse stato bisogno - la tranquillità della zona, dove potevano sostare indisturbati. Almeno fino allapertura dei cantieri. E sì, perché nel festival gli abitanti del Villaggio avevano riposto grandi speranze: era, forse, possibile che un evento di portata internazionale come la Festa del Cinema si svolgesse a pochi passi da una bidonville? La possibilità, con il passare dei giorni, è diventata certezza. Lungi dallessere allontanati, i rom sono stati solo invitati a «farsi più in là». Detto fatto. Il campo confina con le transenne del cantiere. Le roulotte sono allincrocio tra via Norvegia e viale della XVII Olimpiade. Se da un lato affaccia sullinsediamento abusivo, dallaltro il PalaRomaUno è fiancheggiato da uno sterrato - laddove, in teoria, dovrebbe esserci un giardino - attraversato da voragini di varia grandezza trasformate in discariche. Sterrata è gran parte del marciapiede che costeggia la struttura, con dossi e pericolosi avvallamenti. Anche il manto stradale è in condizioni pessime, percorso da crepe, spaccature e rattoppi.
Niente paura per il festival, però. Tutto viene provvidenzialmente nascosto dal Villaggio del Cinema, struttura che corre parallela allAuditorium, quasi a segnare una linea di divisione tra il complesso di Piano e il resto della zona. Passeggiando alle sue spalle si possono notare rifiuti di ogni tipo, dalle più comuni bottiglie vuote fino a pezzi di tubatura, transenne abbandonate per segnalare lavori mai compiuti, fili elettrici scoperti e tombini aperti. Perfino il verde cambia aspetto. Ordinati i giardinetti di fronte allAuditorium, divisi tra sterrati e la crescita selvaggia di piante gli altri. Certo qualche traccia, il triste stato di abbandono dellarea lha lasciata anche in punti difficili da nascondere. Il tratto di viale de Coubertin, che dal parcheggio a pagamento porta allAuditorium, è segnato da toppe, crepe, segnaletica orizzontale quasi completamente cancellata, e sosta selvaggia di auto e bus a due piani.
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