Tranquilli, non siamo nostalgici primaverili della kermesse di settembre in Fiera. La festa dellunità è unaltra ed è quella che sta alla base del successo della coalizione fra Popolo della libertà e Lega anche in Liguria.
Pensate solo a due anni fa. Persa la Regione, perse le politiche, perse le amministrative ovunque. Tutti litigavano con tutti. Le incomprensioni - molte forzate da questi personaggi che a Genova non mancano mai e che riferiscono che a Tizio che Caio parla male di lui e a Caio che Tizio ce lha con lui, senza peraltro che nè Tizio, nè Caio si siano mai sognati di aprire bocca - le facevano da padrone. Claudio Scajola e Sandro Biasotti, protagonisti delle vittorie odierne, si scontravano a colpi di esclusione dalle liste e di conferenze stampa dai toni pulp. La Casa era a pezzi e, sotto, cerano solo macerie.
Un lavoro di distruzione sistematico iniziato già qualche anno prima quando, alle suppletive del collegio 10 della Camera, si regalò la Genova che va da Albaro a Nervi allUlivo, con un gioco al massacro fatto di candidature deboli e di maggiorenti locali che le appoggiavano giocando al tanto peggio tanto meglio, pensando che perdere era meglio per poi ambire a quel collegio vincente alle successive politiche. Non ci credete? É roba cervellotica? Giuro che è tutto vero. Poi, però, visto che il diavolo fa le pentole, ma non i coperchi, la legge elettorale cambiò e lo sciagurato disegno fallì. Tranne che nella prima mossa: perdere male il collegio.
Ecco, pensate ad allora e pensate ad oggi. Non solo al premio regionale di maggioranza in Senato.
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