Le feste a costo zero del Comune spengono pure corso Sempione

PROTESTE Interi quartieri al buio. Un anno fa il festival delle luminarie lanciava la sfida a Torino o Lione I commercianti: «Senza regia e contributi del Comune è una schifezza»

Le feste a costo zero del Comune spengono pure corso Sempione

Gli alberi pieni di luci, sul modello di Parigi. Tutto corso Sempione fino all’Arco della Pace, i giardini di via Palestro. E in piazza Duomo: migliaia di persone (tanti turisti) fermi ad ammirare le vetrate del Duomo proiettate dall’interno come se fossero dei quadri vivi. Un trionfo. Per l’esattezza, un festival, Led. Una manifestazione che ambiva a raggiungere negli anni la fama delle Luci d’artista che trascinano i «turisti» delle luminarie a Torino, o la festa delle luci a Lyon. Fotografie di un anno fa. Il primo Natale dell’era Pisapia è sottotono. Corso Sempione? Zero luci. Via Washington? Non pervenute. Viale Lorenteggio? I commercianti si scusano, ma senza i contributi non ci stavano con le spese. Magari, lo avessero saputo prima che questo Natale nasceva all’insegna del costo zero per il Comune, avrebbero organizzato una colletta nei quartieri o cercato sponsor. Ma basta pensare che anche la ricerca promosso da Palazzo Marino ha fatto flop. A ottobre l’assessore all’Arredo urbano Pierfrancesco Maran ha lanciato un bando per cercare privati disposti a illuminare le strade del centro, ma alla chiusura a novembre c’erano appena 210mila euro. Rischiava di «saltare» pure l’albero di piazza Duomo, se non fosse che alla fine ha messo sul banco 130mila euro la Fondazione Aem per un abete alto trenta metri. Di fatto, la onlus di una società partecipata dal Comune. Sono andate esaurite le 1.700 luminarie liberty ( acquistate dall’ex giunta Moratti) offerte in comodato d’uso gratuito ad associazioni, comitati, commercianti, chi le ha chieste ha dovuto sostenere il costo di trasporto, montaggio, installazione, consumi. Se li sono aggiudicati le associazioni di via di Niguarda, il Centro storico commerciale Bruzzano. Ascoart Affori, Nasco Giambellino. Le vie più centrali come Garibaldi e Moscova, hanno optato per i ghirigori più economici, le gocce di luce che costano poco e rendono una discreta - «sobria» com’è nello stile dell’amministrazione - aria natalizia. In Galleria è arrivata la mano generosa di Prada a illuminare la volta, Thun ha addobbato via Montenapoleone con sfere verde e oro. Da San Babila al Duomo bisogna accontentarsi di 15 candeloni illuminati a Led. Il giudizio dei commercianti è tranchant. Giorgio Montingelli, esponente storico dell’Unione del commercio, rimpiange il passato: «Arrivavamo da un festival che si stava guadagnando una fama, in poco tempo avrebbe attirato turisti, come Torino e altre città del mondo. E soprattutto c’era una regia del Comune sulla distribuzione e la qualità. Quest’anno con un colpo da dilettanti hanno tolto ogni tipo di supervisione, qualche zona si è aggiudicata le luminarie, altre sono rimaste al buio. In sintesi: una schifezza. Va bene contenere i costi ma perchè spegnere un evento che avrebbe prodotto un indotto nel futuro?».


Dalle luci ai mercatini, il consigliere della Lega Luca Lepore protesta per la decisione della giunta di cancellare il tradizionale mercatino di via Mercanti e lasciare alla dis-organizzazione delle zone (quasi ovvia visto il poco tempo a disposizione) quelli in periferia. Iniziative che «sembrano palesemente voler sminuire il Natale».

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