Festini hard alla Camera, la maitresse: "Alitalia non potrà dire no a D'Alema"

Un giro di squillo esercitava pressioni su uomini vicini all’allora premier per ottenere favori e appalti pubblici. Persino con incontri hard alla Camera: "Offerti favori sessuali in cambio di forti benefici economici". Polemica tra Cesa e il Giornale, botta e risposta con Berlusconi

Festini hard alla Camera, la maitresse: 
"Alitalia non potrà dire no a D'Alema"

Appalti, squillo e festini a Palazzo. Sì, proprio dentro la Camera dei deputati. Nell’ufficio di un «personaggio importante», per dirla con l’ispettore della Squadra mobile che s’era subito mosso dopo la soffiata di una prostituta, una sua fonte. Lo sbirro della Buoncostume aveva scoperto che ben due squillo entravano a Montecitorio senza lasciare documenti all’ingresso e che dopo esser stata accolta da un «segretario», una di loro successivamente veniva fatta accomodare in una stanza dove di lì a poco si sarebbe «congiunta carnalmente» con un personaggio, all’epoca, definito «importante». Se sia lo stesso che ha anche convinto i commessi a non registrare il passaggio della escort, non lo sapremo mai visto che l’inchiesta nata sul finire del 1999 è abortita pochi mesi dopo con la condanna a un anno (previo patteggiamento) della sola maîtresse che organizzava gli incontri coi politici.

E proprio dalle carte di quell’inchiesta dimenticata escono ora le intercettazioni e i verbali delle escort che tirano in ballo i fedelissimi dell’ex premier Massimo D’Alema. Più informative della Squadra mobile di Roma che ribadiscono come la maîtresse R.F. contattasse «noti personaggi del mondo politico e di enti pubblici» al fine «di ottenere appalti o erogazioni in denaro» organizza per loro «incontri a sfondo sessuale». A mo’ d’esempio l’ex capo della Mobile, Nicolò D’Angelo, allega una lunga serie di conversazioni nella sua nota alla procura. A cominciare da quella del 29 settembre nella quale Vincenzo Morichini, fedelissimo del leader Ds, ex ad di Ina-Assitalia, parla con la maîtresse di una festa a casa di Franco Mariani (già dirigente pci, presidente dell’ente porto di Bari, dalemiano di ferro)».

«IO HO FATTO LA BRAVA MA... GLI AMICI SONO STATI CATTIVI»
La donna dice di averlo saputo direttamente la sera prima «dal suo amico Roberto» (De Santis, eminenza grigia dell’ex premier, azionista delle sale bingo, l’imprenditore che vendette la barca Ikarus a Baffino, ndr) intervenuto a una cena a casa di Franco dove erano presenti la maîtresse e due squillo. «Io ho fatto la brava bambina - ride la donna al cellulare - mentre Franco e Roberto con le mie amiche hanno fatto i cattivi... ». Solo il giorno prima la maîtresse aveva cercato di portare a casa un affare pubblicitario in corso con l’Ina-Assitalia, affare osteggiato a suo dire da Checchino Proietti (parlamentare Pdl, all’epoca segretario di Gianfranco Fini). Così chiama direttamente Morichini in ufficio: «Senti, quella lista sarà pronta per giovedì». A quel punto Morichini - scrive la polizia - «le comunica che vorrebbe scopare. Lui le dice che le ha risolto i problemi con la Banca di Roma e con l’Alitalia. R.F. gli rappresenta che se gli risolve i problemi, lei si metterà a “tappetino” con lui». In realtà i problemi con Alitalia persistono. Così la maîtresse pensa di sbloccare la questione dell’appalto del calendario Alitalia ricorrendo agli amici che contano.

«MA QUESTI SONO PAZZI A DIRE NO A D’ALEMA»
È decisa a far valere le sue amicizie importanti, e lo confessa candidamente al telefono: «Ma questi so’ pazzi, ma che stiamo scherzando? L’Alitalia che dice di no a D’Alema! Ma non esiste, non è possibile... ». Più avanti aggiungerà, sempre al telefono, che adesso «lei andrà con Franco (Mariani) ed Enzo (Morichini) dal direttore generale il quale dovrà dirle di no davanti a loro». Passano quattro giorni e Mariani richiama la donna dicendole che sta andando lui a parlare da Zanichelli (pubbliche relazioni Alitalia). Alcune telefonate dopo, ecco l’ok di Mariani nel sunto della polizia. «Franco chiama R.F. e le comunica che ha parlato con Marco (Zanichelli, ndr) e lo stesso ha garantito che gli darà una mano per il convegno alla presidenza del Consiglio facendogli assegnare la sponsorizzazione richiesta, e che farà rifare nuovamente a R.F. la rivista dell’Alitalia». Le telefonate successive vertono su un festino a cui la maîtresse porterà due ragazze: «Porta anche la tua sorellina... », scherza Mariani. «Ok, ti devo dare il numero di una nuova massaggiatrice, così cambi un po’... », ribatte lei. Ma non c’è solo l’Ina-Assitalia nei desiderata della maîtresse. Per perorare le cause dell’amica, Morichini si spende direttamente col presidente dell’Acea. E intanto R.F. si dà un gran da fare per allietare i suoi amici. A Maria P., il 21 settembre, ricorda che in settimana deve «chiudere la storia con la Banca di Roma» altrimenti si trova «in grossa difficoltà».

«DEVO PORTARE COMPAGNIA? DUE, CHE SIAMO GIÀ TROPPE»
Chiacchierando con un’altra ragazza della sua scuderia, Eliana C., le ricorda di andare a casa di Franco per la festa. «Eliana - annota il poliziotto che ascolta in cuffia - le chiede in modo criptato: “Quante compagnie devo portare?”. R.F. risponde che bastano due, “perché sono già molte”... ». Laconico il commento del capo della Squadra mobile nella sua ennesima corrispondenza con la procura: «La donna che inequivocabilmente procura ragazze a molte persone organizzando incontri sessuali, utilizza però tale “chiave di accesso” per ottenere dai destinatari di queste “attenzioni” che sembrano essere tutti ai vertici di strutture pubbliche e private, favori e indebite pressioni al fine di ottenere benefici economici nella forma di ghiotti appalti o incarichi ben remunerati. Appare infatti chiaro che ci troviamo di fronte a un particolare sfruttamento della prostituzione, in cui il ruolo di R.F. è quello di una maîtresse molto particolare». Sesso in cambio di un aiutino per gli affari.

«ERAVAMO IN 6 A FARE SESSO CON AMICI IMPORTANTI... »
Tra festini e appalti, gli agenti della Settima sezione della Mobile tra settembre e ottobre 1999, sono costretti a convocare in questura una quindicina di ragazze protagoniste dei party a luci rosse organizzati dalla maîtresse per gli amici influenti. È Stefania C. a svelare il giro: «Mi venne detto che R.F. aveva bisogno di incontri a sfondo sessuale con suoi amici (...). Il primo incontro avvenne a piazza Colonna» dirimpetto Palazzo Chigi. «Ricordo che eravamo in sei, tre uomini e tre donne, e la serata proseguì negli uffici di via della Colonna Antonina dove avemmo separatamente incontri sessuali (...). Ricevetti da R.F. la somma di 600mila lire, e ricordo che organizzava tali incontri sessuali al fine di chiudere contratti di lavoro che erano in corso (...). Ricordo infine che durante gli incontri sessuali sia io che le altre partecipanti, eravamo sotto lo stretto controllo di R.F. la quale faceva attenzione che nessuna di noi stringesse rapporti con i suoi amici intervenuti, che lei diceva essere personaggi molto importanti». Il 20 ottobre anche Giovanna F., nel suo verbale, fa riferimento alle assidue frequentazioni politiche della maîtresse mirate a mettere le mani su vari appalti, specie in Alitalia: «La prima volta che siamo uscite insieme, R.F. mi chiese se fossi disposta a uscire con lei unitamente a suoi “importanti amici”. In quell’occasione mi rappresentò che dovevo avere dei rapporti sessuali con gli stessi, in cambio avrebbe provveduto lei a sdebitarsi con me facendomi una serie di regali, rappresentandomi che tali amicizie erano fondamentali per lei al fine di procurarsi una serie di appalti presso importanti società sia pubbliche che private (...). Gli incontri sessuali - continua Giovanna F. - sono stati quattro. A questi, a fasi alterne, hanno partecipato Franco Mariani insieme a un certo Roberto (De Santis, ndr) e in una occasione con tale Enzo Morichini, con il citato Roberto» o a casa di Mariani al Colosseo oppure direttamente nell’ufficio della maîtresse in via della Colonna Antonina.

«ANCHE LO STRIPTEASE PER IL PARTITO DI SINISTRA»
«In un appuntamento a sfondo sessuale organizzato da R.F. - prosegue Giovanna F. - oltre alla stessa ho partecipato io e una ragazza che conosco con il nome di Arianna. Questo incontro avvenne a casa di Mariani. Per tale prestazione come da accordi precedenti ho ricevuto in regalo da Rita un anello in metallo bianco e brillanti». Il 22 ottobre sfila negli uffici della polizia in via di San Vitale Patrizia C., altra ragazza gettonatissima dalla maîtresse: «Durante alcune serate conobbi molti amici di R.F. che lei mi diceva appartenessero al mondo politico (...). Ho avuto tre rapporti sessuali con l’uomo di nome Franco mentre R.F e le altre erano rimaste al piano di sotto dove era in corso uno striptease. Alcuni dei presenti si scambiavano effusioni amorose (...). Durante gli incontri cercavo di avere con i suoi amici un atteggiamento positivo e carino, anche perché a dire di R.F. loro appartenendo al partito della sinistra erano in grado di procurarmi facilmente il lavoro (...) e ricordo che R.F. diceva che le persone che incontravamo alle feste erano personaggi influenti che servivano per il suo lavoro». Eliana C. non è da meno: «R.F. in alcune occasioni mi ha invitato in alcune feste private (...) e l’ultima a cui sono andata l’ha organizzata un certo Franco in zona Colosseo». Concludendo: «Sono a conoscenza che R.F. ha contattato per farsi “aiutare” in questa situazione Franco Mariani, non so se lo stesso si sia attivato o meno, R.F. mi ha detto in passato che Franco è un personaggio politico».

TARIFFA FISSA: 800MILA E IN REGALO ANELLI
Sulle presunte protezioni politiche di cui avrebbe goduto R.F. per fronteggiare l’offensiva della polizia e della magistratura finite a curiosare tra gli appalti vinti in Alitalia, parla anche Anna Maria G. interrogata il 15 ottobre 1999 al secondo piano della questura: «A un certo punto R.F. ha concluso il suo sfogo dicendo che aveva importanti amicizie politiche e che non le potevano fare nulla perché lei era pulita».

Come contropartita economica alle prestazioni effettuate dalle ragazze nei festini organizzati per gli uomini vicini all’ex premier Massimo D’Alema, R.F. «faceva regali (anelli, telefonini, giacche di pelle, somme di denaro per interventi di chirurgia estetica, ecc. ) oppure pagava di tasca sua». Fino a sfiorare il milione di lire.

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