Fials, sciopero bianco al Policlinico

Ma non era la sinistra quella attenta alle politiche dei lavoratori e sempre aperta alla concertazione? Sembra che il vento, per quella sinistra al governo, sia cambiato in tutt’altra direzione. Infatti è bastato far girare qualche copia del disegno di legge Turco-Mussi sul trasferimento dei beni demaniali dei policlinici alle università, approvato dal Consiglio dei ministri qualche giorno fa e pronto per la discussione alle Camere, che all’Umberto I si scatenasse un vespaio di animose discussioni su quello che sarà il futuro del personale in servizio nel più grande ospedale romano.
Inevitabile che siano partite anche le prime agitazioni sindacali. Già perché il disegno di legge - a parte la lunghezza dell’iter normativo cui sarà sottoposto - non prevede nulla a proposito di un aspetto importante e quasi fondamentale per renderne credibile l’attuazione: il ruolo del personale dipendente e la ricollocazione degli eventuali esuberi.
Ecco perché la disamina puntuale del Ddl governativo fatta dalla Fials-Confsal regionale ha rilevato una serie di incongruenze rispetto alla normativa che regola i rapporti tra servizio sanitario nazionale, Regione Lazio e policlinico universitario. Un buon motivo per cui dal sindacato ritengono che «basterebbe applicare il decreto in vigore dal 1999, e che invece è rimasto congelato proprio per le difficoltà di comunicazione tra l’università La Sapienza e il Policlinico, per superare tutti quegli intoppi che regolano la gestione aziendale degli ospedali d’insegnamento. Non bisogna essere dei portenti per capire che il Ddl è fatto su misura per l’Umberto I dove sono in carica almeno 2.000 amministrativi provenienti dall’ateneo».
Ma per superare l’«impasse» la Fials pensa pure che ci vorrà un altro procedimento, questa volta d’urgenza, per tutelare gli operatori sanitari. «Il rischio maggiore di questo disegno di legge è che, dopo la sua approvazione definitiva, per porre rimedio alle carenze riguardanti i dipendenti, potrebbe essere corretto con una pioggia di decreti attuativi. Ma questi eventuali provvedimenti andrebbero solo a ledere il ruolo e la professionalità del personale. Ecco perché riteniamo - spiega il segretario regionale del sindacato autonomo Gianni Romano - che sia il caso di dare seguito alla revisione, per intero, del provvedimento stesso e promuovere concretamente l’attuazione immediata del decreto 517 del 1999».
Uno stratagemma che «consentirebbe - per il sindacalista - la messa a norma dell’Umberto I come un qualsiasi obbligo di legge al quale l’amministrazione deve pedissequamente ottemperare appena insediata anche con operazioni di manutenzione ordinaria come la pulizia periodica dei locali con la ritinteggiatura delle aree di uso pubblico. Questi interventi non sono un optional da sottoporre all’autorizzazione del demanio, come ci vuole far credere chi si vuole difendere dallo scandalo sulla sozzura del piano interrato del nosocomio, ma ordinaria amministrazione».
E a tutela del futuro degli operatori sanitari dell’Umberto I la Fials lancia la sua sfida: sarà «sciopero bianco». Intanto, fin da subito, le agitazioni sindacali si avvertiranno a partire dai turni di servizio che non comporteranno né lo straordinario né le prestazioni aggiuntive.

Mentre, per quanto riguarda il sostegno ai dipendenti nel quadro del progetto di ristrutturazione, per contrastare gli eventuali esuberi anche sulla base del taglio dei posti letto bisogna che «venga legiferato in tempi brevi nella direzione di un provvedimento che - specifica Romano - tenga conto di uno “scivolo” per l’accesso al pensionamento senza avere penalizzazioni sul trattamento finale».

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