La Fiamma sfida il divieto della Questura

Momenti di tensione ma nessun incidente. Slogan e striscioni contro l’immigrazione selvaggia

C’è stata un po’ di tensione, ma alla fine tutto si è risolto senza incidenti e con diverse denunce per manifestazione non autorizzata. L’annunciato corteo della Fiamma tricolore, che doveva svolgersi nel quartiere Marconi, si è spostato ieri sera a Ponte Milvio. «Per ora siamo trecento, ma tanti altri militanti stanno arrivando», diceva il segretario nazionale della Fiamma Tricolore Luca Romagnoli. Che nonostante il divieto della Questura di manifestare, ha guidato ieri centinaia di giovani militanti con bandiere tricolori e striscioni. Secondo il movimento di estrema destra, alla protesta hanno preso parte cinquecento persone, «per chiedere una città più sicura soprattutto per gli italiani».
Nella zona presidiata dalle forze dell’ordine in tenuta antisommossa, comunque, non ci sono state cariche. I manifestanti giunti alla spicciolata, hanno cominciato a mostrare gli striscioni. In prima fila: «Clandestini fuori dalla nostra città» e «Diritto al lavoro non ce l’abbiamo noi, non ce l’avranno loro». Poi dopo 40 minuti tutti a casa.
«Anche di fronte a un divieto ufficiale, i militanti non si sono tirati indietro, hanno voluto far sentire la loro voce proprio in quel luogo, un posto “emblematico” perché proprio nella stessa zona c’è una concentrazione enorme di clandestinità - commenta Romagnoli - non dimenticando che è anche il municipio in cui è avvenuto l’ultimo fatto di cronaca grave, a Tor di Quinto».
Immancabili i cori contro il sindaco Veltroni, che «continua a non vedere la gravità della situazione» e la «presenza, ancora molto forte, di baraccopoli di immigrati romeni sotto il ponte». «Basta andare sotto il ponte - afferma uno dei manifestanti - per assistere a uno spettacolo di baraccopoli che occupano irregolarmente il suolo pubblico. Un’occupazione pericolosa per tutta la cittadinanza».


«Fiamma Tricolore non ha paura di scendere in piazza, anche in barba ai divieti del rais Veltroni», aggiunge il segretario provinciale del partito, Giuliano Castellino al termine della manifestazione. Dichiarazioni condivise dal responsabile di Casa Pound, Gianluca Iannone: «Sfido chiunque a trovare una terminologia razzista nel nostro discorso». E, rivolgendosi al sindaco lo sfida a «un duello televisivo».

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