In fiamme il «Cutty Sark» l’ultimo clipper del mondo

L’incendio sarebbe doloso. Salvi solo alberi e timone del celebre veliero adibito a museo: erano in restauro

da Londra

Il ponte superiore è stato completamente distrutto dalle fiamme. Un ammasso annerito di travi fumanti. Ma la prua è rimasta pressoché intatta, le murate hanno retto e, fortunatamente, il 50 per cento del legno (compresi i tre alberi della velatura) era stato già rimosso durante i lavori di restauro. Scongiurando così danni ancor peggiori. Poteva andare peggio, dunque, ha commentato il numero uno della fondazione per il mantenimento del Cutty Sark, lo storico veliero devastato l’altra notte da un incendio, probabilmente di origine dolosa. Gli inquirenti non si sbilanciano in attesa di visionare i filmati, ma appare quasi certa la responsabilità di un piromane dietro l’attacco che ha colpito una delle attrazioni turistiche più gettonate di Londra. «L’incendio è di origine sospetta. È una cosa incredibile. Rischiamo di perdere un pezzo di storia», ha dichiarato Richard Doughty, presidente del Cutty Sark Trust. Un simbolo non solo della gloriosa marina mercantile britannica ma di tutta la nazione. L’ultimo clipper ancora esistente, costruito 138 anni fa, e conservato da più di 50 anni nel Cutty Sark Clipper Ship Museum, a Greenwich (est di Londra).
L’incendio è divampato nel cuore della notte. Chiamati poco prima delle cinque di mattina, i vigili del fuoco hanno impiegato quasi due ore per domare le fiamme. Accorso immediatamente sul luogo dell’incendio, Chris Livett, presidente della Cutty Sark Enterprises che si occupa della ristrutturazione dell’imbarcazione (un progetto da 35 milioni di euro con scadenza 2009), ha ridimensionato la gravità dei danni. «Da quello che ho potuto vedere il Cutty Sark è sopravvissuto. Ci saranno nuovi lavori da mettere in conto, ma poteva andare molto peggio». Da anni ormai trasformato in museo, lo storico clipper è stato costruito dai cantieri scozzesi Scott&Linton di Dumbarton nel 1869 su progetto di Hercules Linton (costo complessivo, poco più di 16mila sterline dell’epoca). Il nome, Cutty Sark, è un omaggio a un personaggio - una strega dalle sinuose movenze erotiche - di un poema comico di Robert Burns, Tam o’ Shanter. Varato nel pomeriggio del 22 novembre 1869, lo storico clipper - capitanato dal leggendario Tom Fred White Hat Wills - naviga per anni sulla rotta dalle Indie per il commercio del tè. Con l’avvento delle navi a vapore e l’apertura del Canale di Suez il Cutty Sark passa di moda ed è costretto a cambiare rotte: viene impiegato per il commercio di lana dall’Australia.
Sotto il comando del capitano Richard Woodget, poco prima di essere ceduto ad una compagnia di navigazione portoghese (1895), impiega 67 giorni per raggiungere la Gran Bretagna da Adelaide. Un record ancora oggi imbattuto. Il cambio di proprietà coincide con quello del nome, diventa Pequena Camisola, traduzione portoghese dell’originario nome scozzese («piccola camicia»). Perso l’albero maestro al largo del Capo di Buona Speranza nel 1916, cambia nuovamente di proprietà, rinominato Maria do Amparo.

Nel 1922 torna inglese, acquistato dal capitano Wilfred Dowman, che lo riporta agli antichi splendori trasformandolo in una nave scuola. Dopo il suo ultimo viaggio in Estremo Oriente nel 1938, 16 anni più tardi l’ultimo attracco a Greenwich per essere esposto al pubblico di tutto il mondo. Si calcola che abbia attirato più di 15 milioni di visitatori.

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