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Le fiamme divorano il castello sabaudo

A rischio crollo il torrione del maniero di Moncalieri, patrimonio Unesco. Danni alle camere di Vittorio Emanuele III e Maria Adelaide

Le fiamme divorano il castello sabaudo

da Torino

La sensazione è che su Torino pesi una maledizione. La maledizione del fuoco che ciclicamente colpisce la città subalpina divorandosi pezzi di storia, lasciandosi dietro atroci ferite. L’incendio al Cinema Statuto nel 1983 segnato da 64 vittime, l’incendio nella Cappella del Guerini con la Sacra Sindone salvata per miracolo dai pompieri. Il rogo di Palazzo Madama, quello alla ThyssenKrupp costato la vita a sette operai. E ieri, ancora fiamme.
Sono le cinque del mattino quando nel Torrione sud-est del Castello di Moncalieri, una delle più importanti residenze sabaude del Piemonte nonché patrimonio dell’Unesco, divampa un incendio che in poco meno di quattro ore, nonostante il lavoro dei vigili del fuoco e dei carabinieri, distrugge non solo le due ali disabitate del terzo e del quarto piano, ma anche i primi tre piani in cui erano stati restaurati gli appartamenti reali di Casa Savoia. Le operazioni di spegnimento sono andate avanti fino alle tre del pomeriggio. I vigili del fuoco hanno cercato di circoscrivere le fiamme per evitare che raggiungessero gli appartamenti reali. Ma è stato inutile, ciò che non ha distrutto il fuoco lo ha fatto l’acqua usata per spegnere il rogo. In poche ore a causa del cosiddetto effetto camino sono crollate pareti, pavimenti, l’intero torrione ha rischiato di sgretolarsi. Tra le stanze danneggiate la camera da letto di Vittorio Emanuele II in damasco blu e la camera di Maria Adelaide di Savoia, la camera da letto detta «delle armadiate» e infine quelle degli Specchi. I danni ammonterebbero a circa dieci milioni di euro. Nella foga dei soccorsi per evitare il crollo, comunque, si è riusciti a salvare i pezzi di maggiore pregio, quadri suppellettili e anche il «Proclama di Moncalieri», con il quale Vittorio Emanuele II, il 20 novembre del 1849, sciolse la camera dei deputati del Regno di Sardegna. A mezzogiorno sul posto è arrivato anche il procuratore aggiunto Raffaele Guariniello per un primo sopralluogo che ha subito disposto il sequestro del torrione. «Non si tratta di dolo - ha detto il magistrato - ne sapremo di più quando i consulenti, i vigili e i carabinieri finiranno le loro indagini». Fondamentale sarà la perizia affidata a Norberto Piccinini, professore ordinario al Dipartimento di Scienze dei materiali e Ingegneria del Politecnico. L’innesco del rogo sarebbe avvenuto nel sottotetto per un corto circuito. Il terzo e il quarto piano erano interessati da circa un anno da lavori di ristrutturazione ripresi a febbraio, dopo un periodo di stop.
Sotto accusa potrebbero finire le norme di sicurezza. Tre sono le ditte coinvolte nei lavori: la Sicer di Biella che ha vinto l’appalto e in subappalto la Scotta Impianti di Cavallermaggiore e l’artigiano Alessandro Avanzo. Secondo il responsabile della sicurezza, il quadro elettrico che si trova in una zona non coinvolta nell’incendio, era staccato. La notizia dell’incendio è stata vissuta con apprensione da Emanuele Filiberto di Savoia: «È una tristezza. Il Castello di Moncalieri è a noi molto caro. È angosciante pensare che le fiamme colpiscano un gran gioiello di Casa Savoia». Ma anche per gli addetti ai lavori è stato un duro colpo.

«Sono sconfortata e ho il cuore a pezzi - ha detto il direttore regionale per i beni culturali Liliana Pittarello -, lavoriamo tantissimo per evitare simili sciagure».

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