Fiamme ed esplosioni vicino alla polveriera

Alberto Vignali

da La Spezia

Sono state oltre trenta ore di emergenza, e l'allarme è ancora alto, con le fiamme a lambire una polveriera della Marina militare ed una centrale Enel. Poi le esplosioni nella notte, le linee elettriche isolate, una fabbrica chiusa ed altre tre grandi aziende con le attività ridotte. Oltre duemila dipendenti interessati, molti dei quali ieri mattina sono tornati a casa e rientreranno in un giorno di cassa integrazione straordinaria per eventi speciali. Poi un raccordo autostradale chiuso ed il fumo ad invadere la città. Un danno economico considerevole che si somma a quello ambientale, enorme ed in molti casi definitivo.
È questo il primo bilancio (ma le operazioni di spegnimento sono ancora in corso ed andranno avanti sino a mercoledì perché prima di definire «spento» il rogo si dovrà intervenire su ogni singolo focolaio), dell'incendio della collina di Pagliari, che da domenica pomeriggio ha sfregiato il golfo spezzino distruggendo una pineta tra la città della Spezia ed il comune di Lerici e undicimila ettari di bosco.
L'abitato non è mai sotto minaccia, ma le fiamme, originate da diversi focolai, si sono avvicinate a capannoni che contengono materiale infiammabile. Il fuoco era divampato poco prima delle 16 dell'altro pomeriggio. Un incendio violento, sostenuto dal vento e favorito da una vegetazione estremamente fitta, un'area quasi impraticabile in cui non esistono strade e dove i sentieri rischiano di trasformarsi in trappole per chi vi si deve addentrare per lo spegnimento del fuoco. La zona interessata dall'incendio in gran parte è un'area militare, un bosco demaniale che si trova tra le vecchie caserme e la polveriera. Qui, in questa zona vietata all'accesso, è facile trovare residuati bellici. L'altro pomeriggio una forte esplosione proveniente dal cuore dell'incendio è stata udita a grande distanza. Durante la notte altre esplosioni hanno confermato che quello in cui ci si muoveva era una sorta di «campo minato». Questo ha reso ancora più difficile il lavoro di Forestale, Vigili del Fuoco e volontari del servizio regionale antincendio. Decine di uomini e mezzi che hanno lavorato, su turni.

Impegnati anche tutti i mezzi aerei disponibili, dal Canadair agli elicotteri, compresi quelli della Marina militare della vicina base di Luni e il gigante «elitanker» che hanno sganciato decine di tonnellate d'acqua sul rogo. Per garantire sicurezza alle operazioni di «bombardamento» dei mezzi aerei sono state isolate tutte le linee elettriche dell'alta tensione, comprese quello che servono aziende importanti per l'economia cittadina.

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