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Fiat chiede a Santoro 20 milioni

Il Lingotto contro Annozero. Nel mirino le affermazioni contenute in un servizio su tre autovetture ritenuto "fortemente denigratorie e lesive dell’immagine e dell’onorabilità della società". Santoro: "Tranquilli"

Fiat chiede a Santoro 20 milioni

Roma - Ammonterebbe a 20 milioni di euro la richiesta di risarcimento danni presentata dalla Fiat contro la trasmissione Annozero di Michele Santoro, per la puntata del 2 dicembre. In particolare, nel mirino del Lingotto erano finite le affermazioni contenute in un servizio su tre autovetture, tra le quali l’Alfa Romeo MiTo, ritenuto "fortemente denigratorie e lesive dell’immagine e dell’onorabilità della società, dei suoi prodotti e dei suoi dipendenti".

Santoro: "Siamo tranquilli" "Tranquilli e sicuri aspettiamo di poter leggere le loro motivazioni per difenderci adeguatamente nelle sedi opportune, come sempre". Così, il conduttore di Annozero, Michele Santoro commenta con la richiesta di risarcimento pari a 20 milioni presentata dalla Fiat contro la trasmissione per la puntata del 2 dicembre. In particolare, secondo il Lingotto alcune affermazioni contenute in un servizio sono state "fortemente denigratorie e lesive dell’immagine e dell’onorabilità della società, dei suoi prodotti e dei suoi dipendenti". Già all’inizio di dicembre, nell’annunciare la richiesta di risarcimento, la casa automobilistica aveva spiegato che "in modo del tutto strumentale" Annozero aveva "illustrato le prestazioni di tre autovetture, fra cui una Alfa Romeo MiTo, impegnate in un test apparentemente eseguito nella stagione autunnale, per concludere, sulla sola base dei dati relativi alla velocità, che i risultati di questa ’provà avrebbero dimostrato una asserita inferiorità tecnica complessiva dell’Alfa Romeo MiTo.

Si trattava di una ripresa televisiva che è stata artificialmente collegata ad una prova comparativa condotta nella stagione primaverile, non con le stesse vetture, dal mensile Quattroruote e poi pubblicata nel numero dello scorso mese di giugno di questa rivista".

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