Dare il via a un «patto dazione» tra il sindacato italiano e quello americano (Uaw). È questo lo scopo della missione che, da oggi, porterà a Detroit, nei giorni chiave del negoziato tra Fiat e Chrysler, il segretario nazionale di Fim-Cisl, Bruno Vitali, e il collega torinese Alberto Cipriani. «Incontreremo i sindacalisti di Chrysler, il leader dellUnited auto workers, Ron Gettelfinger, e abbiamo previsto la visita a uno stabilimento - spiega Vitali al Giornale -: vogliamo allacciare i rapporti e mettere i presupposti per un vero patto dazione comune, visto che tra pochi giorni ci troveremo nello stesso gruppo. Ci hanno chiesto, via e-mail, notizie sulle condizioni sindacali e contrattuali in Italia, e sul tipo di welfare di cui beneficiano gli operai del Lingotto. Un aspetto, questo, completamente diverso rispetto alla loro situazione. Noi, invece, vogliamo conoscere i dettagli a proposito della partecipazione del sindacato nella composizione azionaria di Fiat-Chrysler. Se sta meglio un operaio italiano o un operaio di Detroit? Loperaio Fiat - risponde Vitali - è più garantito e ha unassistenza sociale; quello americano magari guadagna di più, ma non ha assistenza e garanzie».
Quella che si apre oggi è con tutta probabilità la settimana della svolta. Nei prossimi giorni dovrebbe arrivare una risposta da parte del sindacato canadese che, proprio oggi, riprenderà il dialogo con i negoziatori sulle condizioni poste per il salvataggio della casa di automobilistica. Secondo alcuni osservatori dOltreoceano, alla fine con i sindacati Usa sarà trovato un compromesso: «Del resto - commenta una fonte - sono consapevoli che la soluzione italiana è lunica capace di assicurare un futuro a Chrysler». Ben più complesso, continua invece a essere il braccio di ferro con le banche per la ristrutturazione del debito.
«Ma anche in questo caso - aggiunge losservatore - la forte pressione che verrà esercitata dalla Casa Bianca, che con tutti i soldi concessi agli istituti di credito Usa è come se fosse un azionista occulto, finirà per avere ragione».
«Quello che è sicuro - continua Vitali - è che una volta definita lalleanza con Chrysler, il risiko continuerà in Europa dove si prevede una profonda riorganizzazione del settore».
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