Confermata lindiscrezione del Giornale: Fiat è pronta a salire ancora in Chrysler acquisendo la quota del governo Usa. Ieri è arrivata la comunicazione al Tesoro americano che il Lingotto eserciterà lopzione per lacquisto del 6% detenuto da Washington (un altro 1,7% appartiene al governo canadese).
In questo modo il gruppo italiano si porterà, entro lanno, al 57% di Chrysler, considerando anche il 5% atteso (gratis) a dicembre e relativo alla disponibilità negli Usa della berlina Dodge capace di percorre 40 miglia con un gallone.
«Il prezzo per tale acquisto - spiega una nota - sarà basato su una determinazione dellequity value di Chrysler da concordarsi tra Fiat e il Tesoro entro 10 giorni da ieri. E in caso di mancato accordo, sarà costituito dalla media delle due valutazioni più prossime tra di loro su tre valutazioni formulate da tre banche di investimento nominate dalle parti». Lo stesso Sergio Marchionne, alla recente presentazione della nuova Lancia Ypsilon, aveva fatto capire che lesercizio dellopzione poteva essere imminente («più aspettiamo, più ci costa»). E venerdì prossimo, quando il presidente degli Stati Uniti, Barack Obama, si recherà in visita allo stabilimento Chrysler di Toledo, in Ohio, sarà loccasione per sapere qualcosa di più sui tempi delloperazione, prevista, come anticipato dal Giornale, entro luglio.
Gli analisti ritengono che per stabilire il prezzo del 6% in possesso della Casa Bianca, venga seguito lidentico metodo di calcolo che ha portato Fiat, una volta rimborsato il debito con Washington e Ottawa, ad accaparrarsi un altro 16% di Chrysler, portando così la partecipazione al 46 per cento. Per quella quota, Marchionne ha dovuto firmare un assegno di 1,27 miliardi di dollari. «Laccelerazione impressa dal ceo - commenta lanalista di una banca daffari - è la testimonianza di quanto Fiat, e in particolare il top manager che conduce le danze, sia convinto del continuo miglioramento delle performance di Chrysler». Del resto non si può dare a torto a Marchionne, visto che i calcoli che Tesoro Usa e contabili Fiat hanno già cominciato a fare, prendono in considerazione lEbitda degli utimi due trimestri del 2010 e il margine operativo lorodo registrato nei primi due trimestri del 2011. Rafforzandosi la società, più cresce lEbitda e più toccherà pagare a Fiat. Da qui il nuovo colpo di acceleratore.
Quando la Fiat raggiungerà il 57%, il resto del capitale di Chrysler sarà per il 45% nelle mani del fondo per lassistenza sanitaria ai pensionati, Veba, che detiene la quota del sindacato Uaw, mentre l1,7 resterà in cassaforte a Ottawa.
Il sindacato Usa rimarrà quindi grande azionista della casa di Auburn Hills fino alleventuale quotazione che, come ha più volte spiegato Marchionne, dipende proprio dalla volontà del fondo Veba «di monetizzare la propria partecipazione».
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