Fiat migliora i conti e prepara 7.500 tagli

Montezemolo: «Archivieremo guadagnando il 2005». Cresce anche la Ferrari

Pierluigi Bonora

nostro inviato a Torino

Migliorano ancora i conti della Fiat: nel terzo trimestre il gruppo ha cancellato le perdite (un utile operativo di 232 milioni milioni rispetto al rosso di 30 dell’anno scorso), ha aumentato i ricavi del 2% e ha visto l’Auto ridurre di oltre due terzi, a 85 milioni, le perdite. «Ci apprestiamo a chiudere il 2005 meglio delle aspettative, guadagnando, e l’Auto può cominciare a pensare ad avere degli utili nel 2006», ha commentato il presidente Luca di Montezemolo subito dopo il consiglio che ieri ha approvato i conti trimestrali.
Anche se i dati confermano che la terapia avviata oltre un anno fa dà i risultati auspicati, l’ultimo atto del piano di risanamento impone ulteriori sacrifici. La Fiat si prepara così ad annunciare oltre 7.500 tagli nel mondo. La nuova drastica cura dimagrante riguarderà tutti i settori e, come già ribadito dall’amministratore delegato Sergio Marchionne, non comporterà la chiusura di impianti in Italia. I tagli saranno portati a termine nell’arco di 9 mesi e a essere interessate saranno le strutture all’estero «nella maniera più umana possibile», assicura una fonte. Per il Lingotto il costo dell’operazione ammonta a circa 420 milioni, 120 dei quali riguardano l’Auto. Marchionne, nel confermare agli analisti gli obiettivi del 2005 (per l’Auto la riduzione della perdita operativa sarà intorno all’1,5% del fatturato), ha espresso «un cauto ottimismo sul futuro». A incidere positivamente sui dati di Mirafiori è stato soprattutto il buon momento della Fiat in Brasile.
Il Paese sudamericano, dove la casa automobilistica è leader del mercato, pesa per il 25% sui dati del comparto. Benefici, inoltre, sono arrivati anche dall’abbattimento dei costi e dalla razionalizzazione delle piattaforme, mentre il debutto della Grande Punto (35mila ordini a più di 5 settimane dal lancio) è in linea con le stime di Marchionne: 80mila vendite quest’anno e 360mila nel 2006. Positiva anche la Ferrari (il risultato della gestione ordinaria è cresciuto di 12 milioni), premiata dai maggiori volumi di vendita e dai risparmi che hanno compensato i problemi derivanti dal cambio euro-dollaro. Perdite ridotte (da 13 a 10 milioni) invece per la Maserati. Gli ultimi mesi dell’anno vedranno Marchionne impegnato a definire gli accordi di cooperazione appena siglati. Entro i primi di novembre è prevista la firma del contratto con la Ford per la produzione delle future future city-car, «500» e Ka, mentre sempre il prossimo mese il top manager volerà in India per mettere nero su bianco con la Tata. Dai dati di bilancio si nota anche come Fiat Powertrain Technologies, il nuovo settore in cui confluiranno le attività nel campo dei motori e parte fondamentale dell’intesa annunciata con Suzuki, ha chiuso il trimestre con ricavi per 670 milioni e un attivo di 9 milioni. Marchionne non ha nascosto la soddisfazione per i risultati di Iveco, cresciuta nelle vendite (più 4,5%) e nei profitti, migliorati di 28 milioni.
La vera cartina di tornasole per il gruppo Fiat sarà comunque il quarto trimestre, «il nostro primo vero trimestre industriale senza partite finanziarie da chiudere». Tra luglio e settembre il Lingotto ha infatti beneficiato di alcuni proventi non ricorrenti. In particolare, la plusvalenza dalla cessione della partecipazione in Italenergia Bis (878 milioni) e il provento finanziario atipico di 858 milioni relativo all’aumento di capitale del 20 settembre scorso, realizzato in corrispondenza dell’estinzione del finanziamento convertendo. Le due operazioni hanno contribuito anche a dimezzare a 4,7 miliardi il debito netto industriale.

Agli analisti l’ad della Fiat ha infine ricordato che il gruppo tornerà sul mercato dei bond, «anche se i tempi non sono ancora definiti». I dati di ieri non hanno scaldato la Borsa: il titolo Fiat ha perso lo 0,57% tornando sotto la soglia dei 7 euro.

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