Fiat, Mirafiori si salva ma con la mano pubblica

Ieri al Lingotto via al conclave: per la prima volta dalla riorganizzazione del 28 luglio, tutti riuniti i 22 supermanager Fiat-Chrysler nominati da Sergio Marchionne. All’ordine del giorno del Gec (Group executive council), che proseguirà anche oggi, la ridefinizione della squadra dei dirigenti del gruppo automobilistico e, si presume, il modo con cui dare un colpo di acceleratore alle strategie produttive alla luce delle difficoltà del mercato, delle incertezze derivanti dalla situazione economica e dell’esigenza di restare competitivi rispetto a una concorrenza agguerritissima. Dopo gli addii di Andrea Formica, Paola Petrone e Thierry Dombrevall (a fine anno), nelle prossime ore si conosceranno i tasselli che andranno a completare il mosaico.
Sul tavolo del Gec anche il nodo Mirafiori: che cosa accadrà all’impianto in seguito al trasferimento dei futuri Suv Jeep e Alfa in America? Il progetto Topolino non è stato ancora deliberato e le vetture di grossi volumi sono già state allocate: Panda a Pomigliano, L-0 in Serbia, 500 in Polonia. In Serbia il governo ha fatto ponti d’oro alla Fiat affinché producesse in loco il veicolo prima destinato, ahinoi, proprio a Mirafiori. Per mantenere i livelli occupazionali a Mirafiori forse occorrerà fotocopiare la strategia serba, Fiom permettendo.
Intanto, il dato positivo (+1,51%) delle vendite di auto in agosto non deve trarre in inganno. Il mercato resta sempre molto depresso (-12% dall’inizio dell’anno) e il segno «più» del mese scorso (70.307 vetture vendute) potrebbe significare, come spiega il Centro studi Promotor, «che si è raggiunto un livello così basso da non essere ulteriormente comprimibile». «In più - aggiunge Gian Primo Quagliano (Csp) - il dato non risulta essere ancora influenzato dalla tempesta che si è abbattuta sull’economia e sull’emergenza a cui il governo italiano si è trovato a far fronte». Nulla di buono all’orizzonte, dunque. Anzi: le preoccupazioni del settore aumentano alla luce del possibile aumento della tassa di trascrizione provinciale, meglio nota come Ipt, che - osserva allarmato Filippo Pavan Bernacchi (Federauto) - renderà ancora più pesante il sistema fiscale che grava sul comparto». «Questo aggravio è anche una discriminazione - secondo Gianni Filipponi (Unrae) - in quanto viene applicato soltanto ai residenti nelle province delle regioni a statuto ordinario».
«A questo punto - rimarca Pavan Bernacchi, che rappresenta i concessionari - il governo deve porre mano a un piano pluriennale che sostenga la domanda e si autoalimenti con gli introiti generati dal comparto». In questo scenario, il gruppo Fiat, Jeep inclusa, ha totalizzato una quota mercato del 29,7% con il marchio Lancia che archivia (5,42% di quota), il miglior risultato dal 2001: +22,18% le unità vendute. Giù dell’8,2%. invece, le immatricolazioni per il brand Fiat e del 2,7% quelle relative ad Alfa Romeo. Nel computo torinese bisogna anche inserire Jeep: +14,5% le consegne rispetto all’agosto 2010 e quasi il doppio in più se si considerano i primi otto mesi del 2011.

Ma il gruppo americano, accasato a Torino, il boom lo ha fatto in agosto sul mercato Usa con un più 31%. E positivo è anche l’andamento delle consegne, sempre negli States, della Fiat 500. Per il gioiellino italiano è stato il mese migliore dal lancio con oltre 3.100 richieste.

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