La felicità è semplice ma non è mai normale. Cristina e Luis, ventanni lei, ventitrè lui, lo sanno da sempre. Sono anni che si sbattono per costruirsi il futuro, studio e lavoro, lavoro e studio, oddio, lei un po più fortunata di lui, ragazzina bene, famiglia senza problemi, studi brillanti in farmacia, mica come Luis che si sveglia allalba la mattina per mungere le mucche prima di andare a scuola, che si lava ancora nella tinozza con il sapone di Marsiglia. Non che lei glielabbia mai fatto pesare, anzi, gli amici parlano già di matrimonio, Cristina è innamorata matta dellamore che Luis ha per lei, di come lui la vede ogni volta che la guarda. Ma sapete comè, il mondo si restringe quando l'amore ci abbandona e per mandarlo in frantumi a volte basta un niente. Tipo quindici milioni di motivi.
Un gesto di troppo. Cristina che ha come un sesto senso: Luis perché non prendiamo un altro biglietto della lotteria Pan europea, ci sono un sacco di soldi stavolta, ce li metto io i quattro euro per tutti e due; vabbè Cristina, se proprio insisti, certo che se facciamo così tutte le volte in tasca vedrai che non ci resta più un tubo. Cristina, che è donna, non compra un biglietto qualsiasi. Compra quello giusto. Un biglietto da quindici milioni di euro, uno dei montepremi più alti mai vinti in Portogallo. Finita la vita di campagna, ciao Barcelos, centomila abitanti, dalle parti di Braga, da oggi cambia tutto, da oggi si svolta. È il gennaio del 2007, sembra linizio, invece è la fine. Il signor Luis Ribeiro e la signorina Cristina Simoes depositano il premio in banca in un conto controllato dai genitori. Ed è lultima volta che si vedono, se si esclude adesso in tribunale, in cagnesco, visto che un giudice, in attesa di decidere a chi consegnarlo, ha congelato il malloppo. Da più di due anni.
Tutta colpa di Luis. O forse dei genitori di lei che hanno rifiutato al ragazzo il permesso di fare un prelievo. Cristina dice che il suo ormai ex è un bugiardo: ha incontrato segretamente il direttore di banca dopo averle detto vado a scuola. Una di quelle palle che racconti quando ti devi incontrare con unaltra. E adesso, dice lei, visto che i soldi per il biglietto li ho anticipati io, i soldi me li tengo tutti.
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