Gian Battista Bozzo
da Roma
«Alla Camera potremo fare delle modifiche, va bene qualsiasi soluzione purché sia di sostegno alle famiglie». Giulio Tremonti chiude la polemica con l’Udc sul bonus bebè 2006, escluso all’ultimo momento dal maxi-emendamento alla legge finanziaria, e così la maggioranza vota senza defezioni (157 i sì contro 96 no) la fiducia al Senato, dando il via libera alla manovra economica da 24 miliardi di euro.
Alla Camera, come sempre accade, il passaggio della Finanziaria sarà meno tranquillo. Mercoledì, parte l’esame a Montecitorio, incominciando dal decreto che contiene la parte fiscale della manovra. La settimana successiva toccherà alla Finanziaria vera e propria. Ed è scontato che durante il secondo passaggio parlamentare la manovra subisca più d’una modifica. Ad esempio, il bonus bebè 2006, uscito dalla porta, cercherà di rientrare dalla finestra. «Troveremo una soluzione anche sul bonus 2006 per i neonati», promette il ministro delle Riforme Roberto Calderoli.
Ma Roberto Maroni ricorda che la decisione di limitare il bonus da mille euro al 2005, estendendolo però anche ai primogeniti, «è frutto dell’accordo di maggioranza, e le riserve dell’Udc mi lasciano sorpreso. Il contributo non è stato ridotto - spiega - ma è stato concentrato nel 2005, e viene dato anche al primo figlio. L’obiettivo che lasciamo alla prossima Finanziaria è di rendere permanente il contributo, e di estenderlo a tutti i nati». Alla fine anche i centristi, con il responsabile economico Ivo Tarolli, ammettono che il pacchetto famiglia approvato in Senato è «un risultato importante, anche se alla Camera sono ancora possibili modifiche». Rocco Buttiglione spera in qualche finanziamento in più per la cultura. Roberto Formigoni sollecita i finanziamenti per la Pedemontana.
Dal Senato, «che ha fatto un grande lavoro, è uscita la Finanziaria che volevamo: c’è stato un minimo di difficoltà di comunicazione fra alcuni amici, ma i fondi per la famiglia ci sono», conclude Tremonti. Il ministro dell’Economia incassa anche l’approvazione dei ministri di An Gianni Alemanno e Francesco Storace. Secondo il ministro dell’Agricoltura ci sarà da fare solo «qualche aggiustamento» al testo varato dal Senato, magari sul cosiddetto condono agricolo. Alla fine, come è accaduto a Palazzo Madama, sarà necessario un voto di fiducia sul nuovo testo.
La necessità di modificare in alcuni passaggi la manovra non deriva solo da mediazioni politiche. Sarà necessario anche riscrivere alcune cifre di bilancio, su cui sono stati commessi degli errori formali. Il più evidente riguarda l’impatto della manovra aggiuntiva alla Finanziaria, varata dal governo lo scorso 28 ottobre, i cui effetti sono stati previsti per il 2006 ma non nel 2007 e nel 2008. I nuovi tendenziali non hanno potuto essere inseriti nella nota di variazione al bilancio, approvata ieri, dunque i saldi dovranno essere cambiati alla Camera, ma «non peggioreranno», dice il viceministro dell’Economia Giuseppe Vegas. Qualche problema anche sui fondi alla cooperazione internazionale: il testo votato parla di 345 milioni di euro, ma Vegas afferma che la cifra da considerare valida è di 400 milioni, riportata in una nota del servizio Bilancio. Per correggere l’errore sarà necessario un aggiustamento formale. Quanto alla sostanza della manovra, invece, «i margini di modifica al testo del Senato sono molto stretti», ammette Vegas.
In corso d’opera, la manovra si è ampliata ed è mutata in molte parti. «Chiediamo al governo di fermarsi, perché non è possibile che la Finanziaria cambi ogni settimana», attacca Enrico Letta (Margherita), che lamenta la scomparsa della parte destinata allo sviluppo. Romano Prodi, leader dell’Unione, si definisce «demoralizzato» per il capitolo sociale della Finanziaria, che definisce «un passo indietro per la povera gente». Per Francesco Rutelli, l’unico aspetto positivo della Finanziaria è che «sarà l’ultima del governo Berlusconi».
«È la Finanziaria giusta per agganciare la ripresa dell’economia», ribatte il coordinatore di Forza Italia Sandro Bondi.
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