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Alla fiera del gol e degli errori si scatena il Toro da rimonta

Alla fiera del gol e degli errori si scatena il Toro da rimonta

da Torino

Robe da Toro. Che, ospitando il Parma, prima passa in vantaggio, poi va sotto 1-4 e infine pareggia (4-4, appunto) con una rimonta degna dei tempi che furono. Il tutto, tre giorni prima del derby contro la Juve: così, tanto per entrare in atmosfera.
Partita pazza che più pazza non si può, comunque. Con un’innaffiata di juventinità che avrà fatto venire mezza ulcera a più d’uno. Andrea Gasbarroni, torinese di nascita e bianconero di crescita, aveva infatti contribuito in maniera decisiva al vantaggio ducale del primo tempo: due gol in tre minuti - il primo a pareggiare il vantaggio di Stellone su topica clamorosa di Di Loreto, il secondo grazie a una prodezza vera su punizione dal limite - e ospiti apparentemente lanciati verso il successo. Novellino sarà diventato matto: lui, abituato a presentare squadre quadrate e mai scoperte in difesa, osservava i suoi prendere quattro gol dal Parma in meno di un quarto d’ora (oltre alla doppietta di Gasbarroni, reti di Morrone e Budan). Certo non il miglior biglietto da visita per presentarsi al cospetto di chicchessia, figuriamoci della Juventus. Il Toro pareva di nuovo un’armata Brancaleone allo sbaraglio, con una difesa imbarazzante degna di una squadra di Promozione. A poco pareva servire l’ottavo gol in serie A di Stellone, il secondo in questa stagione dopo quello (splendido) di Reggio Calabria. Da quel momento in avanti, il Parma si scatenava seguendo le orme di Gasbarroni: piedi da sempre educati, il centrocampista di Di Carlo seminava il panico nella retroguardia del Toro, imprendibile per tutti, manco fosse il celebre Jerry dei cartoni animati a far ammattire il disperato Tom. Quattro gol presi in quattordici minuti: roba da far impallidire (quasi) la celebre rimonta del 27 marzo 1983 ai danni dei concittadini zebrati. Fu quello il derby dei 124 secondi, due minuti di gioco effettivo nei quali i granata di Bersellini rimontarono dallo 0-2 (Rossi e Platini) al 3-2 grazie ai gol di Bonesso, Dossena e Torrisi. Partita, quella, entrata dritta nella leggenda del popolo granata.
Popolo che anche ieri spingeva i suoi, pur in mezzo a qualche urlaccio di disapprovazione. Natali accorciava le distanze prima dell’intervallo, poi avanti con il classico assalto alla diligenza, favoriti da un Parma ritiratosi nella propria area nemmeno avesse paura di prendere freddo in mezzo al campo. Arrivava un altro supergol di Stellone - giocatore che Cairo avrebbe voluto cedere a gennaio prima di rendersi conto che, tra quelli in rosa, era il meno peggio -, entravano anche Di Michele e Recoba per il miracolo vero. Il palo di Mariga spaventava Sereni, che diventava uomo-assist e lanciava lungo per Di Michele, che con un pallonetto beffava Bucci per il 4-4. Nel finale traversa di Ventola, altro redivivo: il Toro c’è e ci sarà. Per il derby. Per altre botte al cuore.

Quella di ieri è stata la prova generale.

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