Valerio Boni
Da oggi a domenica Milano è destinata a diventare la capitale mondiale delle due ruote a motore. Alle 11 l'inaugurazione ufficiale della 63ª edizione dell'Esposizione internazionale del motociclo, con la partecipazione del presidente del Consiglio Berlusconi, del ministro della Funzione pubblica Mario Baccini e del governatore della Lombardia Formigoni. Quella che sta per aprire i battenti, per la prima volta nel nuovo quartiere fieristico di Rho, è un'edizione record in termini di superficie espositiva e di produttori presenti. Con 1.560 espositori, questo salone (aperto al pubblico da giovedì a domenica) è già candidato a entrare nel Guinness dei primati come l'esposizione di settore più grande del mondo. Il trasferimento dalla tradizionale sede nel centro di Milano coincide con la separazione dalle biciclette, con le quali le moto hanno a lungo diviso i padiglioni. Le due ruote a pedali hanno presentato le loro novità a settembre, mentre per quelle a motore si torna alle date canoniche di metà novembre.
In questo modo quello di Milano non è più il primo appuntamento, arriva dopo i motor show di Parigi e Tokyo, ma non per questo ha perso interesse. Qui saranno esposte tutte le più importanti novità che circoleranno sulle strade di tutto il mondo a partire dalle prossime settimane. Se i giapponesi hanno già mostrato in anticipo la maggior parte delle nuove proposte, c'è grande attesa per i costruttori europei. Da Oriente arrivano le attese sportive, che come di consueto ritoccano verso il basso il peso e verso l'alto le prestazioni. Le proposte più allettanti arrivano da Kawasaki, che con la Zzr 1400 vuole riconquistare il ruolo di moto da battere, con prestazioni che dichiarano una non meglio specificata velocità di oltre 300 chilometri orari. Yamaha, invece, oltre a una compatta 60 sportiva, presenta la Fjr 1300 anche con cambio semiautomatico, primo passo verso l'ulteriore riduzione delle differenze tra moto e scooter. Honda e Suzuki, da parte loro, non stanno a guardare e presentano le loro armi nelle classi sportive 600 e 1.000, da sempre premiate dal mercato.
Dall'Italia, che nel recente passato si era concentrata prevalentemente sugli scooter, arrivano moto importanti. I 50 sono lontani dai risultati di fine anni Novanta, si stanno riprendendo ora grazie agli incentivi, ma non giustificano ancora forti investimenti.
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