Il figlio della Thatcher: «Ho fatto la spia al soldo del governo sudafricano»

Mark Thatcher, figlio dell’ex primo ministro inglese - la Lady di ferro Margaret Thatcher - divenne un informatore dei servizi segreti del Sudafrica, nel tentativo di evitare il processo per il ruolo avuto nel tentato colpo di Stato nella Guinea equatoriale. L’incontro con ufficiali dei servizi sudafricani avvenne nel 2004 proprio per discutere del tentato golpe, mentre Thatcher era sotto inchiesta, accusato di avere in parte finanziato l’azione.
«Mi è stato detto che ero una fonte del Sass, Servizio segreto del Sudafrica», dice lo stesso Thatcher. Quattro giorni dopo, però, arrivò l’arresto. Probabilmente - spiega Adam Roberts, giornalista - finì in carcere per mancanza di comunicazione tra vari dipartimenti governativi». Da tempo il figlio di Maggie, il premier britannico conservatore entrato nella storia per le sue politiche e per la lunga attività di governo, è nell’occhio del ciclone per essere rimasto coinvolto in intrighi politici e trame economiche. All’età di 51 anni venne arrestato in pigiama nella sua casa di Constantia, il quartiere residenziale di Città del Capo, mentre la madre si trovava in vacanza negli Stati Uniti. Come avviene con i rampolli l’arresto di Thatcher non durò molto: a sera, dietro cauzione di due milioni di rand (quasi 250mila euro), Mark fu rimesso in libertà. Scopo del fallito colpo di Stato sarebbe stato rovesciare il presidente della Guinea equatoriale Teodoro Obiang e installare al suo posto l’oppositore Severo Moto, attualmente in esilio in Spagna.

A finanziarlo sarebbero stati il broker anglo-sudafricano Eli Calil ed altri finanzieri stranieri, nella speranza di poter sfruttare gli enormi giacimenti petroliferi del Paese. praticamente circa 350.000 barili estratti al giorno

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