Un film laico sulla Madonna per raccontare la maternità

RomaÈ una storia della Madonna e la gira Chiesa nel deserto: quando si dice nomen omen. Sta di fatto che il regista torinese Guido Chiesa, cinquant’anni, tre figli e un curriculum di tutto rispetto (due volte in concorso a Venezia, diversi premi, un apprendistato Usa con Jim Jarmush e Michael Cimino), è partito laico, ateo e progressista e adesso s’arrende alla folgorazione della moglie Nicoletta Micheli, una mamma tra le mamme, oltre che motore del film Io sono con te (tipica frase materna, pure quando i figli si mettono in testa di fare Gesù), alla terza settimana di riprese a Matmata, in Tunisia (producono Rai Cinema, Colorado Film e Magda Film). Una ragazza sveglia, la Micheli, ex atea anche lei, che allevando i figli Emma, Ivana e Giovanni a un certo punto ha capito come la ricerca del Vero, tanto cara agli illuminati di sinistra, poggi su cose concrete. Come i biberon, le pappe, le chiacchiere al parco con le altre mamme. «Un pomeriggio di cinque anni fa, una donna come me, madre come me, circondata da quello che oggi mi appare come il coro angelico delle nostre bambine, mi parla di Maria. Dal nulla, così, senza preamboli, senza giustificazioni. Me ne parla come non ho mai sentito. Quell’icona, quella madre, la madre, racconta una storia grande e inalienabile, dice tutto, capisco. Le parole di quest’altra madre mi sgranano gli occhi, e spalancano il cuore evidentemente sulla via del disgelo... “Tutto torna, tutto quadra!” hanno esclamato le mie stanche e dolenti fibre di atea», svela la sceneggiatrice, che insieme al marito e a Filippo Kalomenidis ha buttato giù «una storia d’amore e di verità, che aspettava come un bimbo assetato e affamato». E mentre Nanni Moretti, ateo dichiarato, giunge a Roma alla terza settimana di lavorazione del suo film su un Papa problematico (Michel Piccoli), Guido Chiesa, tra le sabbie di Matmata, Monastir ed El Kef, dirige un cast panarabo (eccezion fatta per Carlo Cecchi, Giorgio Colangeli, Fabrizio Gifuni e Jerzy Stuhr, qui «I sapienti»), con la vibrante tunisina (ma parigina d’adozione) Fadila Belkebla (notata ne La giusta distanza di Mazzacurati) nel ruolo della Madonna e Djemel Barek starring San Giuseppe («il patriarca che si fa da parte», specifica Chiesa).
Il set, lo stesso scelto da George Lucas per ambientarvi il quarto episodio di Guerre stellari, rispecchia bene il silenzio interiore in cui è immersa Maria, man mano che cresce quel suo unico figlio così singolare. Le strane formazioni rocciose di Matmata, i crateri circolari, che tagliano il terreno argilloso e le abitazioni troglodite, scavate nella terra dai berberi, in cerca di frescura, sono perfette per raccontare l'accattivante storia di Maria. Le luci irradianti delle mattinate nel deserto, acceso di fuochi al pomeriggio riveleranno più d’un mistero agli spettatori (Rai Trade, intanto, sta organizzando le vendite all’estero). «È una storia molto difficile, proprio perché è la più nota: sta qui il suo limite. Ma non sarà trasgressiva, come vuole chi cerca lo choc a tutti i costi. Seguiremo lo sguardo di questa ragazza che ha cambiato la storia di parte del mondo. È la storia di una madre speciale e di un bambino speciale», spiega Maurizio Totti della Colorado, mentre promuove Happy Family di Salvatores. Io sono con te conta su un budget medio-basso di tre milioni di euro, ai quali s’aggiunge il contributo ministeriale di un milione e quattro e che Dio gliela mandi buona. Non è semplice misurarsi con la santità, nel tempo di Pasqua, poi (le riprese termineranno a fine aprile). Ma l’obiettivo è montare il film in fretta, a maggio, per mandarlo in concorso a Venezia, visto che Chiesa è di casa al Lido, dove concorrendo col Partigiano Johnny (2000) e Lavorare con lentezza (2004) ottenne qualche risultato.
Qual è, però, la chiave di accesso al sacro e alla figura della Madonna, da parte di un autore pragmatista, che piace ai no-global? «Le domande sollevate dal film sono all’ordine del giorno e riguardano il nascere, l’educazione, i figli, il ruolo della donna nella società», osserva Chiesa.

Il quale, guardando a Rossellini, massacrato dalla sinistra, nei Settanta, per aver girato Il Messia, non si fa illusioni. «Che devo aspettarmi a fare un film che dalla madre di Gesù riparte proprio per parlare dell'umano che è in noi?». Bella domanda.

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