Da Milano coordina un network di professionisti in dieci città nel mondo. E nell'ultimo anno ha concentrato gran parte delle proprie energie sul mercato cinese, dove è presente dall'aprile 2008, con sedi a Pechino e a Shanghai. Per la società di consulenza artistica Art Consulting, specializzata nella progettazione e gestione di collezioni private, la Cina è sempre più vicina e preziosa per i milanesi appassionati di arte, a patto che «si evitino i pregiudizi e le facili generalizzazioni tipici della mentalità occidentale, per riconoscere il vero valore della cultura locale», come afferma Romano Ravasio, fondatore e direttore, con Marina Pizziolo, di Art Consulting. L'obiettivo di Art Consulting è quello di «aiutare il collezionista a comprendere le inclinazioni estetiche di un'area geografica, attraverso un percorso di art coaching, utile per distinguere le imitazioni e le creazioni dettate dalla moda dalle opere autentiche», spiega Marina Pizziolo, storico e critico di arte che si avvale delle consulenze di Manuela Lietti a Pechino e Jacopo Cordero a Shanghai. «Spesso l'approccio italiano all'arte contemporanea cinese è caratterizzato da errori di valutazione e pressappochismi, perché in Italia gli artisti cinesi sono ancora presentati in toto, come se non avessero un'identità specifica e come se rispondessero a stili collettivi e non a dinamiche individuali», dichiara Lietti. Ragion per cui i collaboratori di Art Consulting accompagnano innanzitutto il collezionista negli studi degli artisti «per fargli respirare lo spirito delle odierne metropoli cinesi», specifica Marina Pizziolo, poi lo seguono nelle sue scelte e gli forniscono validi strumenti di valutazione, quale la possibilità di visionare su Internet, due settimane prima dell'apertura di una fiera, una selezione delle opere che saranno esposte, progetto già attuato, in cooperazione con la fiera d'arte internazionale di Pechino, la Art Beijing 2008.
I collezionisti riescono così a riconoscere e apprezzare l'arte cinese, al punto che ultimamente, secondo Manuela Lietti, «si tende sempre più a rifiutare il manierismo di circostanza, per privilegiare forme più originali».
Film in lingua originale, gusto per palati fini Molte e differenziate le proposte di circoli e sale Attivi anche consolati e associazioni culturali
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