
da Venezia
"È un film silenzioso, quasi un anti-action film, come amo dire". Ecco questo è uno dei casi in cui il regista inquadra perfettamente il suo film. Così Jim Jarmusch dà un'idea molto ravvicinata di che cosa sia Father Mother Sister Brother in concorso alla 82a Mostra di Venezia.
Un trittico minimalista e rarefatto, come tutto il suo cinema, che, appunto, in tre storie non collegate e ambientate a New Jersey, Dublino e Parigi, racconta le relazioni tra figli adulti, i loro genitori piuttosto distanti e tra fratelli: "Non so da dove sia venuta l'idea confida il regista statunitense spesso me la porto dietro per molti anni e poi, come è successo questa volta, scrivo il film in poche settimane. Ho sempre adorato il formato con i capitoli diversi ampiamente usato in letteratura e al cinema. Film costruito in modo molto attento per creare un accumulo, quindi un capitolo senza un altro mi farebbe sentire mortificato perché ho lavorato molto per questa struttura. E poi scrivo per gli attori che immagino".
Ecco dunque un cast di attori che definire straordinario è poco. Nel primo episodio due fratelli, interpretati da Adam Driver e Mayim Bialik, vanno a trovare il padre uno strepitoso Tom Waits che vive da solo fuori New York. Nel secondo due sorelle, Cate Blanchett e Vicky Krieps, vanno a trovare a Dublino la mamma scrittrice (Charlotte Rampling). Nel terzo i fratelli Indya Moore e Luka Sabbat tornano nell'appartamento dei genitori che non ci sono più. Ma perché proprio queste tre città? Jarmusch risponde usando come al solito una sottile ironia: "Le città per me sempre importanti. Il New Jersey è una questione sindacale perché avevo bisogno di una location entro 30 miglia da New York altrimenti non avrei avuto il budget. Qui siamo a 29,5 miglia. Dublino è molto accogliente, la protagonista è una scrittrice e lì sono molto ben accolti perché non pagano tasse. Parigi è la mia seconda città che amo molto".
Immancabile poi in conferenza stampa la domanda sul Medio Oriente dal momento che Jarmusch ha firmato a inizio anno una lettera per il cessate il fuoco a Gaza mentre la piattaforma Mubi, che distribuisce il suo film in alcuni paesi (in Italia sarà invece Lucky Red), ha fatto un accordo con il fondo Sequoia Capital con investimenti in una startup israeliana legata all'intelligence militare: "Ho un ottimo rapporto con Mubi iniziato molto prima di tutto questo.
Però sono piuttosto deluso e sconcertato da questo rapporto ma credo che, se si vuole discutere di questo, ci si debba rivolgere a loro. Io sono un autore indipendente e, per fare i miei film, attingo a fonti diverse. Se poi si va ad analizzare in profondità credo che tutti i soldi che vengono dalle società di capitali siano un po' sporchi".