Finale amaro per le azzurre Trionfa la Russia di Caprara

Francesco Rizzo

«Ce la siamo fatta sotto». Non dice proprio così, Eleonora Lo Bianco, furente regista azzurra, ma il concetto resta. Il bronzo iridato del volley donne orna il collo della Serbia-Montenegro: nella finale di Osaka, questa nazionale destinata a dividersi (il Montenegro avrà una sua selezione) punisce 3-0 (a 22, 22, 21) un'Italia che finisce il viaggio in Giappone come lo aveva iniziato, perdendo da avversarie sorprendenti, non titaniche. L'oro è della Russia, 3-2 al Brasile, trionfo per il ct italiano Gianni Caprara e il suo Oriente Express, che mercoledì aveva travolto e svuotato le nostre.
La chiamano finale di consolazione, quella per il bronzo, ma la sola, parziale consolazione è aver visto le azzurre più giovani - il diamante grezzo Ortolani, Fiorin, Guiggi - buttate dentro per salvare il salvabile e capaci di fare un po' di onde nella palude in cui affondavano senatrici come Togut, Rinieri, Piccinini: tanti errori, mani timide in attacco, dubbi a muro e in difesa. La Serbia ha faccia tosta e sa tirarsi fuori dai guai, le nostre piombano in buchi neri da cui escono con parziali spaccaossa. «In due giorni abbiamo fatto dimenticare quanto di buono portato a casa nelle due settimane precedenti. Per la sconfitta con le russe ci sono attenuanti, per questa meno: la Serbia ci ha superato tecnicamente e come approccio alla gara. Non abbiamo reagito e il demerito è pure mio», dice il ct Massimo Barbolini, chiamato in corsa con un contratto di due mesi per la trasferta in Giappone. Il quarto posto è il secondo miglior risultato di sempre del nostro volley rosa ai mondiali, eppure non soddisfa nessuno. E la rassegna femminile si chiude con il caso di doping della dominicana Carrera: steroide anabolizzante, a rischiare sanzioni è il medico, che le ha spalmato una pomata proibita.
Sul volo che ricondurrà le ex-iridate in Italia salirà pure Luca Tencati, centrale dell'Italia maschile: causa problemi muscolari è l'ultimo taglio della squadra di Gian Paolo Montali che stamane (ore 9.55, diretta Rai 3 da Nagano) comincia il suo mondiale con la Bulgaria, che ci fece piangere alle finali di World League in agosto. Tre volte oro negli anni '90, l'Italia schiera sette uomini del gruppo argento olimpico ad Atene: Vermiglio, Fei, Papi e Cisolla da Treviso - il club più rappresentato davanti a Roma - poi Mastrangelo, Cozzi e Cernic, che gioca in Russia. I volti nuovi sono Semenzato e il secondo regista Coscione, 19 maglie azzurre in due. Repubblica Ceca, Iran, Usa, Venezuela saranno gli altri avversari nel girone, che promuove le prime quattro a una seconda fase in cui dovremmo vedercela con il Brasile campione olimpico e mondiale, con Cuba e Francia. Un sentiero sui chiodi. Finale il 3 dicembre.

«Ho visto una squadra molto motivata, con una comunità d'intenti», ha detto Montali, soffiando via i ricordi delle turbolenze estive fra lui e lo spogliatoio. Cambiare il ct non ha premiato le ragazze. Non averlo cambiato si spera faccia decollare gli uomini.

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