RomaMaurizio Petriccioli, segretario confederale della Cisl con delega alle pensioni, voi e la Uil vi siete subito detti daccordo con la riforma delle pensioni. Centra il fatto che, come emerge dalle simulazioni, le pensioni di chi ritarderà luscita dal lavoro saranno più pesanti?
«Io non la chiamerei riforma, è un provvedimento. E riguarda solo una parte dei lavoratori. Siamo stati daccordo proprio perché sfiora appena chi è nel regime contributivo; di fatto riguarda solo chi ha il sistema misto o completamente contributivo».
E cosa cambia? Non vorrà dare ragione a chi dice che proteggete solo i pensionandi e vi dimenticate delle nuove generazioni...
«Chi avrà la pensione interamente calcolata con il contributivo, ha tutto linteresse per interventi che stabilizzino il sistema previdenziale».
E soprattutto ad avere una pensione che non sia così distante dallultimo stipendio come nelle simulazioni di chi si ritirerà e avrà un assegno calcolato solo con il sistema contributivo...
«La Cisl ha sempre detto che per questi lavoratori, più del quando andranno in pensione, conta il quanto prenderanno di pensione. Il senso di questo provvedimento è proprio questo perché stabilizza il sistema e in più da una speranza di avere una rendita più ricca ai giovani».
Invece a voi non piace la famosa «rottamazione» degli statali con 40 anni di anzianità, quando nel calcolo si comprende anche la contribuzione figurativa...
«Intanto è anomalo che una decisione del genere sia arrivata con un emendamento in Parlamento e senza discuterne con le parti sociali».
Un po di turn over nella pubblica amministrazione non le sembra sia di interesse generale e quindi una materia da fare decidere principalmente alla politica?
«Il rischio in questo caso è che una norma così coatta ricada su un sistema molto eterogeneo, che comprende settori e professionalità diverse».
In quali casi lei non la applicherebbe?
«Pensi solo a un medico altamente qualificato, con sei anni di laurea e due di specializzazione. Sono otto anni di contributi figurativi che possono teoricamente permettergli di andare in pensione a 55 anni. Mi dica lei se questo è un bene o un male per la Pubblica amministrazione. Anche perché ho un sospetto».
Quale?
«Che poi alcune amministrazioni pubbliche saranno costrette a riprendersi chi avevano mandano via, magari con forme di contratto strane, con consulenze ad esempio».
Il provvedimento che aumenta gradualmente letà delle dipendenti pubbliche lo avete accettato obtorto collo...
«Era ineludibile».
Quindi, anche voi spaventati dalla prospettiva di far pagare delle multe alla collettività?
«Non ha senso buttare soldi in multe della commissione europea».
Qualcosa poteva essere fatta meglio?
«Rimane il rammarico che non si sia iniziato prima, magari per spiegare che il regime dei dipendenti pubblici bisogna considerarlo parte di quello generale».
Aspetti positivi di questa mini riforma delle pensioni pubbliche?
«È positivo che sia stato seguito di nuovo il principio dellinnalzamento graduale delletà anagrafica, un anno in più ogni due.
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