RomaSe la Fiat guarda allestero, le imprese cinesi cominciano a guardare allItalia con interesse. Nel 2009 quattro multinazionali di Pechino si sono insediate da noi e nei primi mesi del 2010 il numero delle presenze è arrivato a dieci. Tra le nuove entrate, la principale è la China Energy Conservation & Environmen Protection Group che entro settembre completerà una prima serie di investimenti per 30 milioni di solari in impianti fotovoltaici in Puglia. A questo se ne aggiungerà, nel medio termine, un altro da 100 milioni, per arrivare - a regime e con il supporto di Invitalia, lagenzia nazionale per lattrazione degli investimenti - a 350 milioni. Il gruppo statale cinese costituirà a giorni una sub holding a Milano per amministrare i progetti italiani. In arrivo anche la Industrial and Commercial Bank of China, la più grande banca a livello mondiale in termini di capitalizzazione, che sta ultimando la fase di insediamento a Milano; la King Street, che costruirà in Cina dieci centri commerciali di livello alto, con un budget di prodotti italiani di 100 milioni. Poi la Kinglong (illuminazione) a Treviso.
Merito - sostiene Giuseppe Arcucci, responsabile Investimenti esteri di Invitalia - della strategia italiana di attrazione. Ma anche del fatto che «gli investitori cinesi ci considerano sempre più un ponte strategico verso i mercati dellEuropa e quelli emergenti del Mediterraneo».Finanza ed energia La Cina investe sullItalia
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