FINANZIAMENTI Banche, mutui e flessibilità verso la clientela

La stretta al credito riduce l’erogato, con la tendenza delle banche a concedere mutui alle famiglie più solvibili richiedendo al contempo garanzie aggiuntive, pur con un costo del denaro in continuo calo. Così, se il 2009 segna da un lato i minimi storici dei tassi di riferimento, con il saggio Bce e l’Euribor a tre mesi scesi rispettivamente all’1,5% e all’1,64%, presenta dall’altro una forte crescita degli spread applicati, anche oltre la soglia del 2%, che riduce la convenienza dei finanziamenti a tasso fisso. Per gli istituti di credito è il modo per mettersi al riparo dalla risalita dei saggi, sebbene alla vista si profili un nuovo taglio della Bce: è una sorta di assicurazione per un futuro di medio periodo in cui temono di poter ricavare meno di quanto spenderebbero, acquistando a breve termine il denaro per i mutui. Ed ecco la scelta esplicita di incentivare il tasso variabile (con le migliori offerte per un mutuo ventennale di 100mila euro oggi appena superiori al 2,5% contro un fisso poco più che doppio), scoraggiando pure i finanziamenti ancorati al saggio Bce rispetto al ben più volatile indice Euribor, la cui quotazione riflette giornalmente la dinamica del mercato. Una dinamica accelerata che negli ultimi mesi ha portato sollievo alle famiglie indebitate, diminuendo la rata mensile di un mutuo a tasso variabile da 100mila euro della durata di 20 anni, di circa il 30% rispetto ai livelli dello scorso ottobre. E che di fatto ha reso meno efficace l’intervento con cui il governo ha posto un tetto del 4% agli interessi dei mutui prima casa a tasso variabile: uno sconto valido per i prestiti sottoscritti prima del 31 ottobre 2008 che al momento della stipula prevedevano un saggio inferiore; in buona sostanza, quelli accesi nel 2003 e nel triennio seguente, anche se già rinegoziati in base al decreto legge 93/2008 alla media dei tassi applicati nel 2006.
Di sicuro impatto dovrebbe invece essere l’attesa sospensione delle rate del mutuo, per almeno un anno, a vantaggio dei lavoratori in cassa integrazione o disoccupati, come previsto per le banche che sottoscrivono i Tremonti-bond; tra gli altri istituti di credito sono, comunque, già numerosi quelli che hanno lanciato programmi per i clienti in difficoltà con i pagamenti. A questo potrebbe presto aggiungersi il contributo del fondo di solidarietà inserito nella Finanziaria 2008, per mezzo del quale sospendere fino a 18 mesi le rate per chi dimostra di non poterle saldare. Ai nuovi aspiranti mutuatari, invece, le banche si presentano con un’offerta che promette maggiore flessibilità ma pretende in genere garanzie addizionali, dalle coperture assicurative obbligatorie alle fidejussioni. Consentendo, di contro, di modificare i rimborsi con riduzioni temporanee fino alla metà della rata, di inserire un tetto massimo al saggio applicato e anche di cambiare in corsa da variabile a fisso e viceversa; talora, però, con l’aggiunta del cosiddetto «pavimento», per cui il tasso non potrà comunque scendere sotto una soglia predeterminata.

Ecco allora formule promozionali come il «Mutuo fisso 5 rinegoziabile 3,89%», lanciato da Barclays, che prevede un tasso fisso agevolato per i primi 5 anni pari al 3,89%, con possibilità di passare al variabile o rimanere tale per i successivi due, cinque o dieci anni, a uno spread dello 0,8%; o come il «Mutuo Chiaro & Certo» a tasso variabile di FriulAdria, del gruppo Crédit Agricole, che applica uno spread dell’1,29% e fissa un limite massimo garantito al 5,94% contro i possibili rischi di aumento dei saggi.
A entrambi i prodotti si abbinano apposite polizze che tutelano il mutuatario rispetto alla perdita del lavoro, agli infortuni e alla perdita del lavoro.

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