La Finanziaria è un alibi Il salasso del Comune era stato deciso prima

A proposito della raffica di tasse e aumenti in arrivo dal Palazzo Marino, una cosa deve essere chiara: la manovra del governo non c'entra. Semmai ha peggiorato la situazione. La giunta Tabacci-Pisapia, infatti, aveva palesemente l'intenzione di mettere le mani nelle tasche dei milanesi fin dal primo giorno. Quando, cioè, non si parlava neppure della prima manovra finanziaria di Tremonti. Tabacci non aveva ancora messo piede nei suoi sontuosi uffici di piazza Scala (più grandi e belli di quelli del sindaco) che già denunciava un non meglio precisato «buco» nel bilancio del Comune, un disavanzo che sarebbe stato lasciato dalla giunta Moratti - buco o disavanzo del quale finora non si sa niente di preciso. Annunciando, minacciando così l'introduzione dell'addizionale Irpef insieme a aumenti delle tariffe. C'era tanto astioso compiacimento in quegli annunci: «Milanesi, ci avete lasciati all'opposizione per diciotto anni? E adesso beccatevi questa stangata».
Adesso però - grazie anche ai pretesti dati dai tagli imposti da Roma - questa gente è stata presa da un specie di foia della stangata, da una furia selvaggia dell'incasso: molti, maledetti e subito.

Quindi addizionale Irpef allo 0,2 per cominciare, poi moltiplicata per due e poi magari ancora per due. Biglietti Atm aumentati del 50 per cento.
Ma per carità, ridateci la Moratti. Mai si sarebbe rassegnata ad imporre ai milanesi un tale furibondo salasso.

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