La Finanziaria ce l’ha coi tassisti: bruciati gli sconti sul carburante

Presentati 32 emendamenti per correggere il decreto collegato

da Roma

Con 32 emendamenti il governo prova a correggere al Senato i 48 articoli del decreto legge agganciato alla Finanziaria. E sono subito brutte notizie per i tassisti (di strada, di mare, di lago) che operano nelle città sopra i 300mila abitanti. Con una norma piuttosto complicata, tutta concentrata sulle accise (le imposte di trasformazione dei combustibili), il ministero dell’Economia riduce le loro agevolazioni per l’acquisto di carburante. In media, il taglio dei benefici fiscali è nell’ordine del 30%. Non è finita. Con queste risorse, il ministero crea un Fondo destinato «all’efficienza energetica e alla riduzione delle emissioni delle autovetture da noleggio, motoscafi compresi». In altre parole, mentre l’agevolazione fiscale sull’accisa era a disposizione di tutti i tassisti e noleggi con conducente (attraverso il meccanismo della detrazione fiscale), d’ora in avanti sarà lo Stato, cioè il ministero dell’Economia, a distribuirla.
Il Fondo per i tassisti, però, non è l’unico che viene costituito con gli emendamenti del governo. Per esempio, ne viene istituito uno da un milione di euro, da spendere entro due mesi (lo stanziamento vale solo per il 2007), per «promuovere iniziative per lo sviluppo della piazza finanziaria italiana» Con il termine «piazza finanziaria italiana» si intendono quelle iniziative che dovrebbe valorizzare l’Italia come mercato finanziario, sulla falsariga di quanto realizzato dalla City of London per la Borsa di Londra. A tal fine, l’emendamento (firmato da Nicola Sartor, sottosegretario all’Economia) prevede la creazione di un Comitato composto «per un massimo» da tre magistrati «ordinari od amministrativi». Un milione di euro, da spendere in due mesi, a disposizione di tre magistrati.
Le sorprese non sono finite. Oltre a quello che stanzia 50 milioni a favore delle aree colpite dal terremoto in Molise ed in provincia di Foggia, il governo presenta anche un emendamento che, in deroga ad ogni legge che riduce le assunzioni nella pubblica amministrazione, determina la dotazione organica dell’Agenzia per i giovani. Dovranno essere 45 i dipendenti dell’Agenzia, di cui tre dirigenti di seconda fascia, assunti a tempo indeterminato. In attesa dei concorsi, l’Agenzia potrà assumere 15 persone a tempo determinato per due anni.
Come da programma, fra gli emendamenti c’è anche quello che modifica il bonus incapienti. Cioè, i 150 euro che (una tantum) dovrebbero ricevere i contribuenti a basso reddito. Inizialmente per ricevere il gettone bisognava dichiarare un reddito sotto la no tax area (7.500 se single; 12mila se con moglie e figli a carico). Con il nuovo testo, basta essere sotto i 50mila euro; in compenso, l’assegno lo riceverà solo il capofamiglia e non tutti i componenti del nucleo familiare, come previsto in origine. Con il risultato che la spesa prevista sarà tre volte gli 1,9 miliardi stanziati. E con prevedibili obiezioni della Ragioneria dello Stato. Torna poi la no tax area (cioè i 7.500 euro) per definire gli utenti a cui verrà applicato uno sconto del 20% sulle tariffe elettriche: onere che dovrebbe essere spalmato sugli altri consumatori con redditi superiori.
Quelle sugli incapienti, però, non saranno le uniche osservazioni della Ragioneria. Dal decreto, per esempio, è scomparsa la norma che prevedeva un forte potenziamento degli organici dell’Agenzia delle entrate, delle Dogane e della Guardia di finanza.

Motivo: la copertura delle spese era prevista attraverso il maggior gettito che questi nuovi 007 del fisco avrebbero garantito all’erario. Una copertura criticata e che ora è stata modificata utilizzando gli avanzi di gestione delle Agenzie fiscali. Così la norma dovrebbe entrare nella Finanziaria sotto forma di emendamento del governo.

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