Politica

«Finanziaria, i tagli sono necessari Scandaloso gridare allo scandalo»

Il presidente di Confcommercio Billè: «Mi auguro che non si usino forbici di cartone e che si possano recuperare risorse per investimenti e redditi»

Antonio Signorini

da Roma

Le spese da tagliare? Ci sono. «E non mi si dica che, a Roma come sul territorio, sono già all’osso e che non c’è più come e dove tagliare. Ma scherziamo?». Le argomentazioni di chi ha criticato la Finanziaria 2006 a partire dal giro di vite sugli sprechi, sulla spesa corrente dell’amministrazione pubblica e sui costi della politica non convincono il presidente di Confcommercio Sergio Billè che rilancia: «Tagliare è indispensabile perché è anche facendo questi tagli, e ci auguriamo che non si usino forbici di cartone, che si possono recuperare risorse per gli investimenti, per il reddito delle famiglie e per il sistema di mercato». E che qualcuno gridi allo scandalo per il rigore «mi pare proprio uno scandalo».
Il leader dei commercianti giudica positivamente la manovra anche per avere messo da parte per il momento il taglio dell’Irap e soprattutto perché «il pallino» della gestione è tornato «direttamente nelle mani della politica. Dei docenti e di chi opera ex cathedra ho il massimo rispetto, ma qui il problema è talmente grave che tocca alla politica, in prima persona, agire con la massima tempestività e la massima efficacia possibile». Un riferimento indiretto all’ex ministro dell’Economia Domenico Siniscalco, tornato agli studi e alla ricerca dopo essersi dimesso.
Più che la manovra, Billè si mostra allarmato per il destino della riforma previdenziale che lancia i fondi pensione con le quote di Tfr dei lavoratori, che il governo ha rinviato in parlamento rimandando la sua approvazione. Una decisione che il leader di Confcommercio definisce «kafkiana». In queste ultime vicende, secondo Billè «c’è chi ha giocato a fare il furbo» perché «la torta» dei 13 miliardi di euro in investimenti che si libereranno con lo smobilizzo del Trattamento di fine rapporto «è assai appetitosa» e «c’è chi vorrebbe dividerla in un certo modo anziché in un altro. E il gioco va avanti». La speranza di Billè è che il testo che entro un mese torni a palazzo Chigi per l’approvazione recepisca «l’avviso comune» delle parti sociali, cioè il punto di equilibrio tra sindacati e datori raggiunto durante la trattativa con il ministero del Welfare. Le priorità individuate in quella sede, assicura, «restano valide».
Il presidente di Confcommercio ha anche risposto alle domande sull’acquisto dell’immobile di via Lima 51 dall’immobiliarista Stefano Ricucci: «Un’operazione - ha assicurato - fatta ovviamente in modo corretto, cioè in modo perfettamente legale». Si è trattato di un «investimento indispensabile per il consolidamento patrimoniale» della confederazione dei commercianti, «un’ottima opportunità».
Ricucci era stato scelto per una ragione precisa: «Lui, insieme a molti altri nomi di assoluto prestigio dell’immobiliare, hanno deciso di entrare nella nostra confederazione creando la Confimmobiliare». A Billè non è piaciuto come la stampa ha riportato la notizia e per questo ha annunciato di aver «dato mandato ai legali di valutare gli elementi forniti attraverso gli articoli al fine di sporgere querela» nei confronti di alcuni quotidiani.

Il leader dei commercianti è sicuro che ci sia stata una campagna contro la confederazione che dà «troppo fastidio» ad «alcuni cosiddetti poteri forti».

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