Roma - La Camera ha dato il voto finale sul decreto sulla manovra triennale, che prevede per il 2009 interventi per circa 15 miliardi di euro. Dopo il voto di fiducia al governo sul maxiemendamento di lunedì scorso, la manovra conclude così il suo iter a Montecitorio e passerà la prossima settimana all’esame del Senato che dovrebbe dare l’ok definitivo entro il primo agosto. L’esame di Palazzo Madama dovrebbe essere rapido e senza alcun ulteriore cambiamento al provvedimento, visto che non vi sarebbero i tempi necessari per tornare alla Camera prima della pausa estiva.
Cosa prevede la manovra La manovra prevede una correzione netta nel 2009 di quasi 10
miliardi per portare il deficit dal tendenziale 2,6% al
programmatico 2%. Il deficit è visto sostanzialmente in pareggio
nel 2011.
In termini di intervento lordo, la manovra reperisce e
destina risorse per circa 35 miliardi nel 2011.
La manovra interviene soprattutto sui tagli alla spesa
pubblica che raggiungeranno circa 8,4 miliardi nel 2009. Le misure principali contenute nel decreto
legge sono:
-Robin hood tax e social card Viene introdotta
l’addizionale Ires del 5,5% sulle aziende energetiche e la
stretta sull’indeducibilità degli interessi passivi per
banche e assicurazioni: era al 100%, passerà al 96 per
cento. Aumenta dallo 0,3 allo 0,35% (0,39% per quest’anno)
l’aliquota sulle riserve matematiche dei rami vita delle
assicurazioni. Più alta, dal 12,5 al 20% l’aliquota sui
fondi immobiliari "familiari". A dare il nome alla misura,
che a regime dovrebbe "fruttare" 4 miliardi, è la sua
destinazione: la social card per gli acquisti destinata ai
meno abbienti, finanziata con parte dei proventi della tassa
e dai conti bancari dormienti. Contribuisce anche il
recupero delle agevolazioni fiscali a grandi banche,
ritenute illegali dall'Ue.
-Tagli ai ministeri La parte più consistente degli
interventi di tagli alla spesa riguarda i ministeri: 8,4
miliardi quest’anno, quasi 9 nel 2009 e 15,6 nel 2010,
ritoccati al rialzo per coprire la contrastata decisione di
recuperare 400 milioni per coprire la metà del costo dello
stop ai ticket sanitari su diagnostica e specialistica.
-Tagli agli enti locali Quasi altrettanto consistente è
l’effetto della sforbiciata su regioni ed enti locali. Con
il rinnovato patto di stabilità interno, le autonomie
devono rinunciare a circa tre miliardi nel 2008, oltre
cinque nel 2009 e nove nel 2010. Ridotti i fondi per le
comunità montane, a partire da quelle sotto i 750 metri.
Rinnovato e rafforzato il patto di stabilità interno, con "premi" per i virtuosi. Nasce il fondo unico regionale, un
passaggio verso il federalismo fiscale.
-Tagli alla pubbliche amministrazioni Vengono ridotte collaborazioni e
consulenze, revisione di distacchi, aspettative e permessi
sindacali, controlli sulle incompatibilità e sul cumulo di
incarichi. Altre norme riguardano il risparmio energetico e
il ricorso al lavoro flessibile. Prevista un’ulteriore
stretta del turnover. Stretta sulle norme riguardanti le
assenze per malattia nella pubblica amministrazione.
-Il taglia-leggi
Con il decreto arrivano le misure "taglia-leggi": vengono
soppressi circa 3.500 provvedimenti che spaziano dall’800 a
pochi anni fa.
-Evasione ed elusione Varie le misure dedicate al
rafforzamento delle azioni di contrasto all’evasione
fiscale: viene fra l’altro potenziato il piano di controlli,
prevista la partecipazione dei comuni e aumentato il numero
di ispettori.
-Soppressi secit e commissione tecnica finanza pubblica Un
articolo a sè stante è dedicato all’abrogazione del secit
e della commissione tecnica sulla finanza pubblica.
Eliminati anche i commissari per la lotta alla corruzione e
alla contraffazione.
-La spesa sanitaria A contenere in particolare la spesa sanitaria
sarà una serie di misure di razionalizzazione e riduzione
di posti letto e interventi sugli organici a partire dal
2010. Le regioni che non riusciranno a rispettare i target
dovranno prevedere forme di compartecipazione per i
cittadini non esenti. Proprio sulle esenzioni partirà una
campagna di verifiche.
Sono cancellati i ticket sanitari su specialistica
e diagnostica che sarebbero scattati dal 2009. Il governo,
dopo un braccio di ferro con le regioni, concorrerà con 400
milioni (circa la metà del costo, recuperati con ulteriori
tagli ai ministeri) all’aggravio dei conti della sanità.
-Taglio costi della politica Sui costi della politica il
decreto interviene tagliando fra l’altro le spese per
consulenze e per i compensi ai componenti di organi della
pubblica amministrazione. Tagli del 20% anche agli stipendi
di sindaci e amministratori locali e dei dirigenti delle
asl, che contribuiranno a coprire, sul versante delle
regioni, la misura sui ticket.
-Riforma dei servizi pubblici locali è stata inserita la riforma dei servizi pubblici locali prevista dal ddl collegato in materia economica. Inizialmente depotenziata rispetto alla stesura originaria in seguito all’approvazione di un emendamento della lega, la parte sulle deroghe è stata poi parzialmente rivista.
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