Antonio Signorini
da Roma
Non è durata nemmeno ventiquattrore lidea di nuovi condoni per far quadrare i conti della Finanziaria 2006. Spuntata sullonda di una proposta per un concordato di massa, è stata prontamente smentita dal ministero dellEconomia, così come è stato nettamente escluso che per coprire la spesa sanitaria si stia pensando ad un ticket di due euro sulle ricette per i farmaci. È unipotesi «campata in aria», ha assicurato il viceministro dellEconomia, Giuseppe Vegas, sicuro che anche sul condono «non esista un vero dibattito».
Ma la partita politica della Finanziaria è iniziata. E non è confinata al capitolo delle coperture. Dopo gli incontri dei giorni scorsi con le delegazioni della maggioranza, già da Alleanza nazionale erano arrivati inviti a specificare meglio le misure a favore della famiglia. Ieri è stata la volta del segretario dellUdc, Marco Follini, uscito allo scoperto con una critica alle misure messe in chiaro dal ministro dellEconomia, Domenico Siniscalco. «Nella finanziaria cè un segnale importante per le imprese che possono contare su due miliardi di euro di riduzione Irap mentre cè un segnale largamente insufficiente per le famiglie in difficoltà, per le quali sono stati previsti solo 200 milioni di euro». Il leader centrista si è detto favorevole al taglio delle indennità dei parlamentari, «ma non per fare facile demagogia o per strappare applausi nelle piazze».
Per Alleanza nazionale, il viceministro dellEconomia Mario Baldassarri ha chiesto che la Finanziaria sia «di programma e non elettoralistica», mentre il ministro dellAgricoltura Gianni Alemanno ha ribadito le priorità del partito: abbassare lIrap e il costo del lavoro. Sul fronte delle entrate An sottoscrive il principio della «compartecipazione», cardine della politica scelta dal ministro Siniscalco per controllare la spesa di Regioni, Province e Comuni, da realizzare con un nuovo patto di stabilità interno. Ma Alemanno rimane fermo anche sulla richiesta di aumentare le imposte sulle rendite finanziarie: «È un cambiamento strutturale sul sistema di tassazione del nostro Paese ed è anche unentrata strutturale. Voglio discuterne con il partito. Martedì - ha annunciato Alemanno - abbiamo una riunione tecnica, prima della direzione di domenica. Se trovo consenso andremo avanti, se no rinunceremo, ma molto a malincuore». Difficilmente An si farà portabandiera del condono. Alemanno ha precisato di essere «assolutamente contrario» alle sanatoria tributaria, anche se non ha escluso delle misure di «regolarizzazione fiscale». Daltro canto, Maurizio Leo, responsabile fisco del partito e autore della proposta, ha precisato che la sua idea non era un condono vero e proprio, ma «un meccanismo che già esiste dal 1997 e che lo si può applicare in modo generalizzato». Si tratta «di un accertamento con adesione che in gergo viene definito un concordato di massa». Leo presenterà la sua proposta al vertice del suo partito e non è escluso che la trasformi in un emendamento nel caso non sia fatta propria da An.
Tra i ministri, Francesco Storace ha di nuovo respinto la tesi dei «tagli» alla Sanità (è in programma una riduzione della crescita tendenziale della spesa, ma le risorse aumenteranno di tre miliardi di euro), ma ha anche chiesto più risorse per la ricerca medica. «Cè stato un progressivo depauperamento delle risorse ed è vero - ha aggiunto - che si è puntato su settori importanti, con i fondi allocati presso il ministero. Penso, alla prevenzione. Però, questo non può andare a discapito della ricerca. Allora io credo che una prima battaglia che faremo è quella di riportare i fondi per la ricerca ai ministeri».
Anche il ministro della Sanità ha escluso che siano in programma nuovi ticket per finanziare il Servizio sanitario nazionale: «Cè un grande esercizio di fantasia, non so se dei giornali o di qualche tecnico del ministero dell'Economia. Mi sto sinceramente seccando di leggere queste cose».
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