Finanziaria, senza esito il vertice di maggioranza per contenere le 3.000 proposte di modifica che comportano 1 miliardo di ulteriori spese. Oggi si replica Visco striglia l’Unione: basta con le richieste Il viceministro dell’Economia: «C’è un limite

Fini avverte: «Opposizione durissima se blindano la manovra»

Fabrizio Ravoni

da Roma

Clima sempre più teso fra il governo e la sua maggioranza sulla Finanziaria. Quando in mattinata entra a Montecitorio, Vincenzo Visco trova circa 3mila emendamenti alla manovra. E sbotta: «Non si può andare avanti all’infinito, bisogna mettere un punto fermo». Il viceministro è seccato dall’ondata di richieste di modifiche. Al vertice di maggioranza, però, tace. Salvo poi commentare all’uscita: «C’è un limite oggettivo alle richieste, sia per la maggioranza sia per il governo».
Il problema è la copertura degli emendamenti. Circolano cifre. I parlamentari dell’Unione chiedono un miliardo di maggiori spese, che devono essere recuperate. «Forse sarà un po’ meno», precisa il viceministro. Per oggi è in programma un altro vertice di maggioranza sulla copertura degli emendamenti. In serata, Visco prova a mitigare i toni. «Non c’è nessuno stop, nessun altolà. Solo l’esigenza di trovare un accordo in tempi brevi».
Troppo tardi. Il silenzio di Visco nel vertice e la sua loquacità all’entrata e all’uscita indispone i diversi capigruppo dell’Unione. Roberto Villetti (Rosa nel Pugno) è il primo ad uscire allo scoperto. «Viste le dichiarazioni di Visco di chiusura verso la maggioranza, forse è il governo che sta perdendo tempo per arrivare a chiudere questo capitolo con un maxiemendamento alla Finanziaria. In tutte le riunioni non riusciamo a entrare nel merito». Sulla sua scia Mauro Fabris. Il presidente dei deputati dell’Udeur annuncia: «A queste riunioni non ci vengo più, si perde solo tempo. È il governo, per primo, a dover mettere un punto fermo. Se molte cose sono state decise altrove, che ci stiamo a fare? Vuol dire che l’esecutivo non ci ritiene interlocutori. A questo punto siamo noi a non considerare il governo un nostro interlocutore».
La frattura sulla Finanziaria fra governo e maggioranza si sta allargando. Nicola Sartor, sottosegretario all’Economia, annuncia che i 74 emendamenti dell’esecutivo, presentati all’ultimo momento in commissione, verranno ripresentati anche in aula; seppure accorpandoli fra loro. Uno fra tutti: quello che modifica le norme sull’operazione Tfr. Scendono in campo anche Fabio Mussi e Giovanna Melandri contro i tagli alla ricerca e allo sport. «Non erano previsti», protesta la ministra. Ma spunta l’esenzione del ticket sul pronto soccorso pediatrico.
In serata è il turno dei «pompieri». Marina Sereni (Ds) annuncia un contingentamento degli emendamenti del gruppo «intorno ai 200». Dario Franceschini (Margherita) precisa che in tutto le modifiche chieste della maggioranza non arriveranno a 300. E circola l’ipotesi che, se il governo dovesse mettere la fiducia, il maxi emendamento (che potrebbero essere tre) verrebbe concordato con la maggioranza. Un tentativo di allentare la tensione. I Verdi, comunque, chiedono «spiagge libere per tutti». La Rosa nel Pugno vorrebbe trasferire 500 milioni da Sviluppo Italia alla ricerca. E Diliberto punta alla stabilizzazione dei precari della pubblica amministrazione. Il viceministro dell’Economia, poi, diffonde il gelo quando fa capire che il problema fiscale dei precari «verrà risolto nell’arco della legislatura». Per loro era pronto un emendamento del relatore di maggioranza.
L’opposizione è orientata a restare alla finestra dello scontro fra maggioranza e governo sulla Finanziaria e punta ad evitare ogni pretesto per il voto di fiducia. An - annuncia Gianfranco Fini - presenterà 9 emendamenti qualificanti. Ed annuncia opposizione «durissima» in caso di fiducia. Per Giulio Tremonti un voto di fiducia sarebbe «un attentato alla democrazia». L’Udc ha pronti 200 emendamenti. Forza Italia sta cercando di contenerli a un numero anche inferiore. E la Lega deciderà oggi la strategia.


Al Senato intanto, pur di evitare voti sul decreto fiscale, gli emendamenti della maggioranza saranno trasformati in ordini del giorno. Ma il sottosegretario all’Economia Antonangelo Casula (Ds) ne annuncia uno sulla vicenda Autostrade.

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