Caro Massimiliano: a proposito di idee, dai risultati elettorali si deve trarre insegnamento altrimenti si rischia di perdere allinfinito. Ma, leggendo Il Giornale ho appreso con stupore che, al coordinamento regionale non si preoccupano: tutto bene, «il PdL in Liguria non è mai andato bene come questa volta, nemmeno quando ha vinto le politiche nel 2008». Poi sempre leggendo, noto con piacere, che tutti hanno a cuore le nostre sorti. Cè chi vuole organizzare gli stati generali e rimandare la scelta del candidato sindaco fino alla prossimità della scadenza elettorale e chi invece dice, non è vero nulla entro Settembre decideremo il nome del sindaco e magari anche gli assessori. Solo su una situazione sembrano tutti concordare: dopo le dimissioni del ministro Claudio Scajola la linea è (e deve essere condivisa) «non cambia niente, non bisogna dare l'impressione che ci sia un vuoto». Chissà perché ho come limpressione che la sconfitta non sia servita proprio a nulla. Eppure se i genovesi non hanno votato l'alleanza Lega Pdl una ragione deve pur esserci?
Lasciamo stare il bianco e il rosso e tutti gli ideologismi di sorta. Forse, i liguri e i genovesi in particolare sono più avveduti di quanto si creda. Hanno fiutato un problema reale che noi sottovalutiamo? Daltronde che siamo alla frutta in Genova e nella Liguria lo ammettono anche loro? Ma allora perché non provare a cambiare? Una spiegazione deve pur esserci? Riprendo i dati in mano: nel 2008 alle politiche abbiamo preso circa 180.000 voti con un risultato di lista PdL del 33%. Alle regionali 2010 invece i voti sono risultati 94.000 cioè la metà!! Scendendo al 23 % PdL (Domanda? Chissà che dati hanno analizzato nel coordinamento regionale?); Lega al 9,50% a Genova e 7,64% a La Spezia: unico risultato in controtendenza rispetto a tutte le altre città del Nord. Persino nella ricca e rossa Emilia Romagna la Lega ha raccolto il 13,67% dei consensi.
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