Fini: Silvio, siamo alle comiche Forza Italia: caduta di stile

Il leader di An attacca Berlusconi e "l'improvviso innamoramento con Veltroni". Bonaiuti: "Così offende un terzo degli italiani". Poi Fini dice: "Pronto a incontrare il Cavaliere"

Fini: Silvio, siamo alle comiche 
Forza Italia: caduta di stile

Roma - «Berlusconi vuol fare l’asso pigliatutto. Ormai siamo alle comiche finali». I toni sono duri, quasi sprezzanti. L’affondo è pesante e non è che l’ultimo di una lunga serie. L’applauso finale, un battimani lungo sei minuti e mezzo, è una sorta di invito firmato dai dirigenti dell’Assemblea nazionale del partito di Via della Scrofa a non abbassare le armi e continuare sulla strada dell’infinito braccio di ferro con il presidente di Forza Italia.
Chi pensava che la riunione allargata dei quadri di Alleanza nazionale potesse in qualche modo contribuire a riavvicinare gli ex alleati del centrodestra è servito. Gianfranco Fini sale sul palco dell’Hotel Ergife e annuncia per la prima volta a chiare lettere «l’ostruzionismo» del suo partito nei confronti del Vassallum, «una autentica legge truffa che vedrebbe la dura opposizione di An e di tutti, perché reagirebbero anche Bossi, Casini, Bertinotti e tutti coloro che nel Pd non digeriscono l’archiviazione del bipolarismo».
Esaurita la premessa, Fini punta il dito contro la strategia adottata dal leader azzurro. «Se Berlusconi pensa di fare l’asso pigliatutto degli elettori di centrodestra con una legge come il Vassallum è meglio che se lo tolga dalla testa perché una legge siffatta in Parlamento non passerà mai». Il leader di An è ancora più chiaro quando aggiunge che «l’opposizione di An può arrivare fino all’ostruzionismo e se un gruppo come il nostro si mette di traverso con la solidarietà degli altri, di leggi elettorali di quel tipo non se ne fanno». Un modo per dire che il partito di Via della Scrofa è pronto a passare al gioco pesante se non ci sarà un’inversione di marcia. «Per An non è inaccettabile il proporzionale ma una legge che lasci le mani libere prima del voto». Poi l’affondo più duro, quello che fa scattare la replica rabbiosa di Forza Italia. «Comportarsi come sta facendo Berlusconi non ha niente a che fare con il teatrino della politica: significa essere alle comiche finali. Sia chiaro che non esiste alcuna possibilità che An si sciolga e confluisca nel nuovo partito di Berlusconi. Anzi con la Conferenza di progetto di Milano, dal 7 al 9 febbraio, intitolata “Alleanza per l’Italia” dimostreremo di avere idee, proposte e progetti».
L’ultima stoccata è sul futuro del governo Prodi. «L’esecutivo ormai non ha più una maggioranza politica ma solo numerica», e il «casus belli che può far cadere Prodi può essere l’imprevisto, improvviso ed evidente innamoramento tra Veltroni e Berlusconi. Una corrispondenza di amorosi sensi legata al desiderio di arrivare al bipartitismo». In realtà, come fanno notare da An, Fini nel suo discorso cita per sette volte «l’unità del centrodestra». E legge all’assemblea una lettera che scrisse il 14 dicembre 2006 a Berlusconi proponendogli la federazione dei partiti del centrodestra. Ma questa volta le ricuciture a posteriori risultano davvero un esercizio troppo arduo.
L’intervento del leader di An viene percepito come affilato e urticante. E le repliche di Forza Italia - che vedono all’opera tutto lo stato maggiore del partito - risultano inevitabilmente sdegnate. Per il vicecoordinatore, Fabrizio Cicchitto, quello del leader di An è «un intervento distruttivo a 360 gradi». Per Sandro Bondi «le parole di Fini sono un segno di debolezza». Duro anche Paolo Bonaiuti. «Siamo veramente dispiaciuti per questa inattesa e grave caduta di stile. Berlusconi non ha mai lanciato offese né contro An né contro Fini. Ha soltanto chiesto ad An di unirsi a questa nuova avventura della democrazia o di restare comunque alleati nel centrodestra» fa notare il portavoce del presidente di Forza Italia. «Forse per qualcuno varrebbe la pena di fermarsi a riflettere sul fatto che offendendo Berlusconi e la sua nuova formazione politica si offende un terzo degli italiani e addirittura i due terzi dei cittadini che votano per il centrodestra». La controreplica è affidata al portavoce di An, Andrea Ronchi.

«Caro Paolo, dove sono gli insulti? Avanzare proposte, fare delle critiche, chiedere risposte è l’Abc della politica. Non siamo noi che abbiamo evocato il teatrino della politica». Resta ottimista l’ex ministro Giulio Tremonti: «Alla fine quello che conta è la foto di famiglia finale. Quando andremo a votare saremo di nuovo insieme».

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