Per Sergio Marchionne si preannuncia un inizio di primavera di fuoco. Sono tre, nellordine, le date chiave: il 27 marzo lassemblea degli azionisti e il botta e risposta con gli investitori sul futuro del Lingotto e del titolo Fiat, precipitato in un anno del 67,5%; il 31 la decisione del governo americano sugli aiuti a Gm e Chrysler (dal sì ai nuovi fondi dipende il via libera alle nozze con la casa di Auburn Hills e il ritorno nei tempi programmati di Fiat sul mercato Usa); il 23 aprile la prima trimestrale che il rinnovato cda sarà chiamato ad approvare. E proprio in vista dellesame dei conti relativi al primo trimestre 2009, sicuramente il più delicato alla luce della crisi finanziaria mondiale e del crollo del mercato automobilistico, intervistato da AutomotiveNews, Marchionne afferma «che sarà particolarmente difficile essere in utile» e, a questo proposito, di aver avviato una forte riduzione dei costi, rivedendo le stime di spesa su base giornaliera».
Ma sono proprio le sfide più difficili a dare la carica al top manager di Fiat, che concluso un anno fa il risanamento del gruppo, ha avuto solo pochi mesi «tranquilli» prima che il crac delleconomia lo costringesse a una nuova trincea. E come nel suo stile, lattacco frontale ai problemi è immediato: «Questanno - afferma - il mercato dellauto è diventato orribile; ma combatterò come un diavolo per consentire al gruppo Fiat di essere in utile nel 2009. Tuttavia - aggiunge - rifiuto di accettare lidea che le nostre operazioni sullauto perderanno dei soldi e sto rivedendo il budget di spesa su base quotidiana allo scopo di evitare che questo accada».
La navigazione a vista del Lingotto prosegue, dunque, e per rendere ancora più incisivo il concetto, cioè che il percorso iniziato nel 2009 è pieno di ostacoli e insidie, Marchionne si è messo nei panni del capo di unazienda automobilistica «costretto a guidare nella nebbia fitta: abbiamo solo 100 metri di visibilità - spiega - quindi bisogna adattarsi continuamente a quello che ci si trova di fronte allimprovviso».
Una stoccata, durante lintervista, lamministratore delegato di Fiat Group la riserva ai colleghi che hanno responsabilità nelle aziende, rei di aver ecceduto nel pessimismo. «Accettare e annunciare allinizio dellanno che si perderanno soldi - sottolinea Marchionne, con la chiara intenzione di spronare la squadra dei suoi manager - è il peggior segnale di leadership che si possa dare alle truppe».
Limpegno di Marchionne perché la Fiat non perda soldi e la sua tenacia hanno motivato anche la Borsa: le azioni torinesi sono così salite dell8,78% a 4,15 euro. A ridare slancio al titolo sono state anche le notizie positive in arrivo dal Brasile dove, secondo i dati diffusi laltra notte, a febbraio le vendite di auto e veicoli industriali sono aumentate dell1% rispetto a gennaio; Fiat, in particolare, vede una crescita del 3,9% di unità vendute. Da registrare, infine, lintervento del premier Silvio Berlusconi sul tema ecoincentivi.
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