Fiocco rosa a Brescia

RomaPer la prima volta un bel fiocco rosa adorna l’austero ingresso del ministero dell’Istruzione in viale Trastevere a Roma. È comparso ieri mattina poco dopo la nascita della piccola Emma, la primogenita del ministro Mariastella Gelmini. Una bella bimba già piena di capelli alla nascita al contrario di molti neonati.
E proprio sul nome della piccola Emma ha giocato affettuosamente il premier Silvio Berlusconi. «I miei oppositori mi chiamano Nerone, Saddam Hussein, Hitler, mi sono ricordato di questa potenza e ho imposto a un mio ministro per la figlia un nome che mi stava cuore: le ho imposto di chiamarla Emma», ha detto il premier durante l’apertura del suo intervento al forum di Confindustria a Parma. Berlusconi ha voluto così rendere scherzosamente un doppio omaggio: alla Gelmini, neomamma, e al presidente di Confindustria Emma Marcegaglia.
La bimba pesa 2 chili e 900 grammi ed è nata con un parto cesareo all’ospedale civile di Brescia, città dove la Gelmini si era stabilita già da qualche settimana in attesa del parto. Mamma e figlia stanno bene. Superate brillantemente dunque le paure riguardo proprio al momento del parto che il ministro aveva confessato di provare nel gennaio scorso, in occasione del matrimonio celebrato a Sirmione con l’immobiliarista Giorgio Patelli, che ha già una figlia nata da un precedente matrimonio.
«Il giorno della nascita di Emma si avvicina e con tutti i racconti drammatici che mi fanno, penso ogni sera a quel momento. E non sono tranquilla», aveva confessato la Gelmini. Ansie condivise da molte mamme e che inevitabilmente anche il ministro ha vissuto nelle ore prima del parto. Subito dopo il cesareo però l’agitazione è stata superata dalla gioia di vedere la bimba «capellona».
Tantissime le telefonate da parte dei colleghi ministri. Tra i primi a congratularsi, oltre a Berlusconi, Stefania Prestigiacomo, il ministro dell’Ambiente e subito dopo Luca Zaia, da poco eletto governatore nel Veneto. Proprio la Prestigiacomo visse la stessa esperienza diventando mamma mentre era ministro delle Pari opportunità.
Nessuna preoccupazione da parte del ministro Gelmini invece per l’aspetto professionale. La poltrona del dicastero dell’Istruzione non è in bilico e il ministro ha continuato a lavorare praticamente quasi fino al giorno prima del parto. Alcuni fra i suoi collaboratori l’hanno raggiunta a Brescia nei giorni scorsi per tenerla aggiornata sulle pratiche più urgenti e avere il via libera ai provvedimenti di routine. La Gelmini aveva già annunciato la ferma intenzione di non mollare il lavoro intrapreso.

«Farò come tutte le mamme - aveva detto - che lavorano e contemporaneamente riescono a crescere i loro figli».
Non subito però. Visto che il parto è avvenuto con il cesareo per qualche giorno la Gelmini se ne starà tranquilla in ospedale. Poi tornerà a casa sua a Brescia per il tempo necessario.

Commenti
Disclaimer
I commenti saranno accettati:
  • dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
  • sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.
Accedi
ilGiornale.it Logo Ricarica