Cori, fischi, centinaia di fischietti, striscioni, cartelli, palloncini colorati liberati nel cielo: non è stata una mattinata gioiosa, nonostante la presenza di centinaia di bambini, semmai triste, perché a protestare, con forza e dignità, sono stati soprattutto i genitori dei bambini disabili, riuniti nell’associazione «Tutti a scuola», organizzata da un medico dentista, Antonio Nocchetti. Questo appassionato genitore, glielo ha detto in faccia a Fioroni, che cosa ne pensa della sua scuola, dal palco dove non era previsto che parlasse ma, dove alcuni bambini, che già hanno imparato il significato della parola solidarietà, lo hanno «spinto» a gran voce, tra le imbarazzate istituzioni, ministro e sindaco in testa. Microfono in pugno, Nocchetti ha pacatamente spiegato il suo sdegno di genitore e cittadino.
«Caro Ministro, davvero sta cominciando l’anno scolastico in Italia? Per chi comincia l’anno scolastico? Sicuramente non per gli alunni disabili. Davvero lei crede che si possa fare iniziare l’anno scolastico in una condizione cosi drammatica per i figli più indifesi e deboli di questo Paese?». In sostanza, i tagli del governo Prodi hanno provocato la riduzione degli insegnanti di sostegno: diecimila in meno, rispetto ai quarantamila che c’erano fino a un anno fa. «Noi chiediamo l’abolizione del decreto Berlinguer: se vogliamo essere un Paese civile, deve esserci un insegnante per ogni alunno disabile», ha spiegato Nocchetti.
Sui «cartelli» esposti in piazza, ce n’era uno anche sulla guerra dei numeri. «Il ministro dice che ci sono in Italia 172mila ragazzi disabili: ne ha fatti sparire 18mila. Vada a leggersi il sito del ministero: sono 190 mila, è questa la verità. Fioroni si mettesse d’accordo con chi cura il sito», ha detto ancora polemico Nocchetti. Poi, sul palco, ha consegnato una emblematica foto all’imbarazzato ministro, che raffigurava un pulmino mentre schiacciava una carrozzina e la scritta: «La scuola non vede i disabili».
Le intenzioni dei manifestanti, tra i quali anche i precari della scuola e i Cobas–scuola, sono state subito chiare. Alle dieci e mezzo in punto, appena l’auto con Fioroni è spuntata in piazza del Gesù, centinaia di genitori dell’associazione «Tutti a scuola», «armati» di striscioni e cartelli, hanno avanzato fin sotto il palco, dove c’erano le istituzioni. Trecento palloncini colorati, ad ognuno dei quali era stato dato il nome di un bambino, sono stati liberati nel cielo. «Non ci resta che affidarci a qualcosa che non è in terra», ha detto tra l’ironico e lo speranzoso una giovane mamma. L’ironia e la provocazione erano visibili in ogni angolo di piazza del Gesù. In una gabbia in legno, i genitori dell’associazione che lotta per i diritti dei bambini disabili hanno pensato di mettere una carrozzina e tanti palloncini colorati. «Questa è la condizione dei nostri figli, vivono in gabbia e non in vere classi», ha poi spiegato un genitore amareggiato. E poi i cartelli: «Peppe ’a buscia» (Giuseppe Fioroni il bugiardo), «Il nuovo umanesimo di Fioroni: via i disabili dalla scuola».
I fischi e il trillio dei fischietti, i cori e le urla della piazza sono stati praticamente ininterrotti. Quasi commovente la «preghiera» del ministro. «Datemi tre minuti per parlare. Poi, se volete, ricominciate a fischiare».
Nonostante la vicinanza di due templi importanti, come la chiesa del Gesù Nuovo e della Basilica di Santa Chiara e l’obelisco sul quale si erge la Madonna Immacolata, la preghiera non ha sortito gli effetti desiderati: genitori, precari, Cobas e studenti hanno continuato a fischiare imperterriti. Disobbedienti. Imperturbabile il sindaco Iervolino, da democristiana di razza, davanti alla marea di fischi, non si è scomposta. «Tanto ci sono abituata».- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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