Osservando la grafia di Giuseppe Garibaldi, il cui modello grafico era basato su tipici caratteri dell'epoca, non si può fare a meno di evidenziare la sua foga passionale che lo porta ad essere un uomo d'azione (vedi grafia che procede notevolmente inclinata verso destra), ma con una tenacia particolare nel portare avanti le sue idee (vedi rigo orizzontale fortemente mantenuto).
Garibaldi era persona difficile da contrastare; il suo modo di vivere e di sentire era come un "diktat" imperativo al quale nessuno poteva sottrarsi (vedi firma interamente sottolineata). Un uomo d'azione che non amava sostare in elucubrazioni filosofiche. La sua passione verso gli ideali a lui cari era sostenuta da una forza volitiva e da una considerevole energia vitale (vedi pressione costante e marcata), che lo portava a superare gli ostacoli senza difficoltà e senza arrestarsi mai.
L'impeto che metteva nel suo credo andava a influenzare anche i "Mille", che erano trascinati dal suo amor di patria. Pertanto, anche se per molte persone l'anniversario dei 150 anni dell'unità d'Italia può apparire obsoleto, il nostro capo di stato, Giorgio Napolitano, ha voluto con lo stesso entusiasmo di Garibaldi risvegliare nei giovani l'orgoglio di essere Italiani: un senso d'appartenenza che oggi sembra essere un po' sbiadito.
Dalla firma del presidente della Repubblica emerge comunque un entusiasmo più pacato, non privo di fervore, ma capace di sostenere con fermezza e con un pensiero lungimirante gli ideali in cui crede.
Dr.ssa Evi Crotti
Psicopedagogista e scrittrice, esperta di grafologia
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