da Bologna
Lo hanno dato papabile come ministro, ma poi Veltroni ha perso le elezioni; come presidente della Regione Liguria in caso di dimissioni di Burlando; come sovrintendente di un ente lirico, sempre a Genova, essendo lui un melomane e la sua compagna, Raffaella, di Genova. Ancora prima, Sergio Cofferati era stato il segretario di ferro della Cgil, luomo che aveva portato 3 milioni di persone al Circo Massimo, lalfiere di una possibile rinascita della Sinistra, incoronato nel 2003 da Nanni Moretti al Palasport di Firenze con girotondi e movimenti. Era diventato troppo forte, forse, e laria cambiò: la barra si spostò sul progetto del Partito democratico e il Cinese si trovò tagliato fuori dai giochi nazionali.
Catapultato a Bologna e sacrificato, si disse allora, era il 2004, a candidarsi a sindaco per strappare la città simbolo dei Ds allusurpatore Guazzaloca (che ora torna a riscaldare i muscoli per una possibile ricandidatura) e riconsegnarla ai legittimi «proprietari». I bolognesi, ubbidienti, lo votarono in massa (57%). Ma in 4 anni il gradimento del sindaco forestiero di Sesti e Uniti è crollato. Eppure lui non ha avuto scelta: giovedì scorso Cofferati ha annunciato che intende ricandidarsi a sindaco nel 2009. Dopo la disfatta del Pd alle politiche, il sindaco-sceriffo, che per primo sollevò, questo sì, il tema della legalità a sinistra, aveva ancora una volta ragionato da leader nazionale: lanciando per esempio lidea del partito democratico del Nord, accolta con freddezza prima dai colleghi di Venezia e Torino, quindi anche da Veltroni. Con il collega sindaco Sergio Chiamparino poi nominato ministro nel governo ombra.
Il via libera alla ricandidatura, ha tenuto a spiegare, gli è arrivato dalla famiglia, la compagna e il piccolo Edoardo, nato a novembre scorso, che faranno su e giù da Genova. Dopo nemmeno tre giorni, domenica il primo scivolone: assente («Ho un traghetto già prenotato...», aveva spiegato) dallo stadio per la promozione del Bologna in serie A. Nella giornata di massima festa per tutta la città, lunico a prendersi dei «vaffa» dalla curva è stato lui, retrocesso dai tifosi. Ma Cofferati a Bologna è ricordato per altre grandi assenze: alle celebrazioni delleccidio del Pilastro da parte della banda della Uno bianca; sul palco del 25 aprile dellanno scorso (era a Genova, ndr); alle celebrazioni del santo patrono di Bologna.
Presenza (e assenza) comunque sempre ingombrante, la sua: allannuncio della ricandidatura, i vertici del Pd bolognese hanno inevitabilmente gioito. I malumori sono esplosi subito dopo: il Pdci è uscito dalla giunta; Antonio La Forgia, parlamentare e leader della minoranza bindiana nel Pd, ha lanciato la campagna anti-Cinese, chiedendo primarie vere e dicendosi disponibile a candidarsi: «È improprio parlare di Cofferati come amministratore - ha accusato -. È stato più un protagonista della discussione politica nazionale». Altri sono insorti, tra cui il presidente, sempre Pd, del S. Stefano, il quartiere della borghesia cittadina, Andrea Forlani: per lui il candidato deve essere un amministratore, perché «la città si interessa poco di alleanze, vuole sapere cosa si fa». Poi cè la Sinistra che non vuole sentir più parlare di Cofferati, come lui non ne vuole più sapere di loro: per Rifondazione e compagni serve un candidato «laico, bolognese e di sinistra». Uno sfidante che ha già fatto outing cè: lex Pd, ora socialista, Franco Grillini, bolognese doc e storico leader del movimento omosessuale.
Lanalisi più spietata e lucida della situazione lha fatta il presidente del Consiglio comunale di Bologna, Gianni Sofri, che pure di Cofferati è un grande sostenitore.
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