Un Fisco più chiaro nella nostra regione

Laura Verlicchi

Fisco e chiarezza, di solito, non sono propriamente sinonimi. Ma in Lombardia c’è un’importante novità in arrivo per semplificare il rapporto tra contribuenti e fisco, anche attraverso i “mediatori” di questo rapporto, cioè i commercialisti. Entro il mese di ottobre verrà firmata, infatti, un’intesa tra la direzione regionale dell’Agenzia delle entrate, i Collegi dei ragionieri e gli Ordini dei dottori commercialisti della Lombardia, oltre ai consulenti del lavoro, che rende assai più agile il meccanismo del cosiddetto “interpello”. Attualmente prevede solo la possibilità per il contribuente di presentare i propri quesiti alla direzione centrale dell’Agenzia delle entrate (quindi a Roma) per ottenere il silenzio-assenso oppure una risposta entro 120 giorni. Una situazione non infrequente rispetto alle norme tributarie, spesso complesse e non univoche, che si può verificare, ad esempio, in presenza di leggi di recente emanazione rispetto alle quali non si sia formato un orientamento interpretativo definito, ovvero coesistano orientamenti contraddittori.
Ma presto sarà possibile per i professionisti lombardi presentare i quesiti di interesse più diffuso, in tema di norme tributarie, con la relativa proposta di soluzione, attraverso collegi e ordini locali, alla direzione regionale. Sarà poi Milano a valutare le proposte, verificandole se necessario con la direzione di Roma, e trasmettere le risposte entro 90 giorni.
«Si tratta di un’intesa su una materia molto specifica ma di grande interesse - dice Guido Isolabella, capo dell’ufficio servizi al contribuente dell’Agenzia delle entrate - quale l’attività di interpretazione della normativa tributaria, che ben si colloca in un quadro più ampio di accordi, di portata più generale, siglati negli anni scorsi tra la Direzione regionale dell’Agenzia delle entrate e i più autorevoli operatori professionali del campo tributario, finalizzati a un miglioramento dei rapporti tra amministrazione finanziaria e cittadini, rappresentati, in questo caso, da coloro che ormai operano quali intermediari nei confronti del Fisco.
«La convenzione intende disciplinare le modalità di presentazione dei quesiti da parte dei professionisti e attribuisce un importante ruolo agli organismi istituzionali rappresentativi delle categorie professionali (Ordini e Collegi), i quali provvedono a raccogliere, esaminare preventivamente e trasmettere alla direzione regionale le richieste di interesse più diffuso. La direzione regionale, da parte sua, si impegna a fornire risposte scritte in tempi prefissati a ogni quesito pervenuto per il tramite degli organismi professionali».
«Questa convenzione rappresenta un vantaggio per tutti gli interessati, a cominciare dai contribuenti - commenta Mario Canevari, presidente dell’Unione dei collegi dei ragionieri della Lombardia - che ricevono risposte ai loro dubbi in tempo breve e hanno la certezza che, seguendo queste indicazioni, non verranno sanzionati, anche se successivamente dovessero emergere nuove interpretazioni. L’Agenzia delle entrate, da parte sua, ha la garanzia, fornita dagli ordini e dai collegi dei professionisti, che le domande vertono su questioni che effettivamente necessitano di interpretazione, oltreché di interesse generale, mentre in passato era tempestata di e-mail inviate da singoli, contribuenti e non solo, che spesso si rivelavano superflue. Infine, la convenzione valorizza gli ordini professionali, proprio perché è aperta soltanto agli iscritti». Sembra ovvio, ma in effetti non è proprio così.
«La normativa - spiega ancora Canevari - consente che in materia tributaria esercitino anche altri soggetti che non appartengono agli ordini o ai collegi professionali.

La convenzione, invece, prevede esplicitamente l’esclusiva accordata soltanto a ragionieri, dottori commercialisti e consulenti del lavoro, per il tramite degli ordini e dei collegi regionali. Una garanzia di certezza del diritto e di validità delle risposte ottenute».

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