Roma - Ridurre l’oppressione fiscale sulle imprese e avviare la realizzazione della fiscalità di vantaggio nel Mezzogiorno. Le priorità del «decreto sviluppo» che il ministro Giulio Tremonti e i tecnici del ministero dell’Economia stanno mettendo a punto in vista del Consiglio dei ministri della prossima settimana sono ben definite.
Il piatto forte non è solo il credito di imposta del 90% per le imprese che commissionano ricerche o finanziano investimenti nelle università e negli istituti di ricerca. Si pensa anche a come rimodulare il sistema delle imposte al Sud per favorire gli investimenti. Sarà necessario, tuttavia, avere il placet da parte della Commissione Ue giacché in passato analoghi interventi sono stati bloccati. Ecco perché la presentazione del decreto in sede comunitaria sarà contestuale a quella della Decisione di economia e finanza (il vecchio Dpef) e del Piano nazionale di riforme durante l’Ecofin e l’Eurogruppo del 16 e del 17 maggio.
La misura è necessaria anche per garantire piena efficacia all’istituzione dei nuovi distretti balneari che potranno godere non solo dei vantaggi consociativi di filiera nei rapporti con il mondo del credito, ma anche di incentivi finanziari. Fiscalità di vantaggio e semplificazione devono, pertanto, procedere di pari passo. Gli altri pilastri del provvedimento sono ormai noti. Si va dagli sgravi per le ristrutturazioni, alle agevolazioni per la conversione dei mutui da tasso fisso a variabile fino alla riproposizione del «piano casa». Ma, questa volta, seguendo un diverso parametro: saranno le Regioni a doversi adeguare allo schema nazionale e non viceversa.
Gli interventi allo studio riguardano anche il settore pubblico. Si ipotizza un nuovo ruolo per Patrimonio spa. La società, creata dal Tesoro nel 2002 per dismettere gli immobili pubblici, potrebbe diventare anche consulente degli enti locali nella cessione dei propri asset. la sinergia dovrebbe accelerare il processo di vendita dei beni il cui valore è stimato in circa 80 miliardi di euro.
Un altro problema che verrà affrontato è il taglio alle «microcause» dell’Inps. Si tratte di cause di lavoro di modesta entità che però costano centinaia di milioni in avvocato per l’istituto di previdenza. Tra dismissioni e risparmi si potrebbero reperire risorse per iniziare a ragionare sulla «madre di tutte le riforme»: quella fiscale. L’idea del ministro Tremonti è nota: spostare l’imposizione dai redditi verso i consumi e, contestualmente, bonificare la foresta delle deduzioni e delle detrazioni (per imprese e cittadini) abbassando le aliquote.
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