Il flamenco sposa la lirica: ora si balla sul «Trovatore»

Il suo punto di forza è la mescolanza, un mix vibrante di celebri arie d’opera che vengono sovrapposte alla danza gitana in un’esplosione di energia e pathos, morbidezze e asperità, il tutto trasmesso rigorosamente dal vivo alla platea inebriata. È «Opera y Flamenco», lo spettacolo-rivelazione degli ultimi anni, già considerato di culto dagli appassionati del genere, che debutta stasera all'Auditorium Parco della Musica con il gruppo flamenco El duende e l’Ensemble classico dell’Orchestra lirica di Barcellona. Allestito ininterrottamente sulle scene teatrali spagnole dal 2004, dove è stato applaudito già da 800mila spettatori, e osannato anche dalla critica che ne ha lodato le suggestioni liriche sposate alla sensualità della danza gitana, «Opera y Flamenco» è lo spettacolo attualmente più seguito nella penisola iberica. E torna a essere rappresentato anche da noi dove era già andato in scena due volte, nel 2008-09, rispettivamente al Parco della Musica e al Teatro Pavarotti di Modena.
Il filo rosso dello spettacolo è rappresentato dalla classica storia d’amore tra due bailaores, vissuta in una Spagna fuori del tempo. I protagonisti della vicenda, Katia Moro e Ivan Alcalà, attraverso il flamenco aprono i loro cuori esprimendo un bouquet di sentimenti ondivaghi, dai morsi del tormento al lacerante dubbio, e dalla passione che esplode a ogni abbraccio fino al dramma della lontananza che consuma gli amanti. Fino all’ultimo appassionante quadro, che incornicia un finale sorprendente in cui le coscienze dei bailaores prendono forma grazie all’eccellente canto del soprano Griselda Ramon e del tenore Oscar Marin. Il compito di dipanare il canovaccio della storia spetta alla voce flamenca Sara Flores. In una sfolgorante fusione tra melodia e canto, in cui la geometria della danza gitana ha il compito di tradurre in forma visibile - tramite le coreografie - la sostanza drammatica espressa dalla zarzuela, genere lirico spagnolo in cui le scene parlate si alternano a quelle cantate e concertate, che assumono così un carattere drammatico, lo spettacolo s’invola sulle arie liriche più popolari. Un pentagramma d’autore che oltre alla grandiosa tragicità di Giuseppe Verdi del Trovatore e l’appassionante Carmen di Georges Bizet, passa per i brani più famosi di celebri autori spagnoli come De Falla, Sorozabal, Pennella, e Lara.

Musica gitana e arie d’opera, cante e baile, un mix eccellente che punta direttamente all’anima degli spettatori di ogni latitudine. La direzione artistica è curata da Daniel Verdes y Queralt; chitarra flamenca e direzione musicale flamenco sono di Juan Cortès; piano e direzione musicale lirica di David Granato.

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