«Flash mob», Facebook ha già inflazionato l’ultima goliardata

All’inizio ce n’era uno di tanto in tanto , ora se ne contano a bizzeffe. Al punto che non si tratta più di una semplice moda giovanile. Semmai, sembra quasi di avere a che fare con una mania ossessiva. Una specie di virus capace di estendersi oltre ogni pronostico. Dacché erano degli eventi di carattere straordinario - nel corso dei quali la gente dà vita a delle azioni collettive fuori dalla norma - i Flash mob si sono moltiplicati fino a diventare parte della quotidianità. Il fenomeno, inflazionatissimo, dopo aver contagiato i giovani di tutto il mondo ha contagiato pure i ragazzi della Capitale, e ora va in scena un giorno sì e l’altro pure.
Particolare interesse ha suscitato il Flash mob di martedì scorso, quando all’incirca duemila giovani hanno invaso la scalinata di Trinità dei Monti. Niente coreografia, solo tanta voglia di divertirsi e ballare assieme. A organizzare l’happening, l’ennesimo di una lunga serie, i componenti del collettivo di Roma Flash mob. Gli stessi che il sabato precedente avevano chiesto ai ragazzi romani di recarsi a via del Corso con un libro in mano e di far finta di leggere. E nella giornata di ieri un altro Flash mob ancora, questa volta in un centro commerciale di Tor Vergata, dove stando alle istruzioni i partecipanti sono rimasti fermi immobili come fossero congelati per un paio di minuti. Mentre oggi tutti davanti all’Ambra Jovinelli per chiedere la riapertura del teatro. I presenti soffieranno nella stessa direzione simulando il rumore del vento. E non è finita qui.
Il 20 marzo in piazza San Pietro sempre quelli del collettivo di «Roma Flash mob» puntano a organizzare «la più grande simulazione di suicidio di massa che il mondo abbia mai visto». Sabato 27 marzo, invece, a piazza Santa Maria in Trastevere è attesa «un’epica battaglia di schiuma». Presentata come una specie di anti-stress, servirà a sfogarsi e ad affrontare al meglio la settimana successiva. Mentre il primo aprile spazio al «Teeth Flash mob»: ovvero tutti in piazza a lavarsi i denti. Inutile cercare un significato nascosto dietro queste bizzarrie. Il più delle volte è il gusto per il nonsense a ispirare. Più rari i casi in cui sotto ci sono motivazioni, come nel caso della protesta lampo di oggi in difesa dell’Ambra Jovinelli. Lo strumento aggregazionale da cui tutto questo ha origine è Facebook. Ma anche il caro vecchio passaparola fa la sua parte. È così che la notizia del prossimo Flash mob incomincia a girare per la città fino a catapultare nel luogo prestabilito migliaia di persone pronte a fare qualcosa di insensato. Per la maggior parte si tratta di giovani tra i 15 e i 20 anni. «Ho saputo dell’evento tramite Facebook e mi sono fiondato qui assieme ad alcuni amici - ci raccontava Giulio martedì scorso dopo aver partecipato al Flash mob di piazza di Spagna - dopotutto è un modo originale di passare il pomeriggio».

Su di giri pure Laura, al primo anno di università: «Venire a questi appuntamenti ti permette tra le altre cose di fare nuove amicizie». Attonito lo sguardo di un passante che il termine flash mob non l’aveva mai sentito prima: «Bello vedere tutti questi giovani in piazza che si divertono. Ma che fanno?».

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