(...) Futuro e Libertà, se ne aggiungono altre. Perché stando allo statuto del movimento finiano i coordinatori devono raggiungere un numero minimo di tessere utili a celebrare il congresso e Gadolla non avrebbe centrato lobiettivo. Per Genova Fli sarebbe a circa 450 tesserati contro un numero minimo fissato in 600 utili per celebrare i congressi territoriali che si sarebbero dovuti sommare ad altri 290 raccolti in Provincia. «Viviamo una situazione transitoria - commenta Giuseppe Murolo vicario regionale e consigliere comunale a palazzo Tursi -. Quello che è avvenuto sta nei fatti: i coordinatori non hanno raggiunto degli obiettivi ed è corretto che siano stati avvicendati».
Rosella Oddone Olivari rigetta le accuse al mittente e spiega che lei gli iscritti laveva fatti e che nessuno lha mai «licenziata»: «Sono io a dare le dimissioni con altri amici che avevano aderito con passione e slancio al Fli - spiega -. Credevamo di essere in un partito nuovo ed alternativo e siamo finiti in mezzo a guerre intestine tra professionisti della politica». Poi cita una lettera del coordinatore nazionale Roberto Menia datata 16 giugno che si complimenta per il lavoro svolto in Provincia e rincara la dose dopo aver annunciato che i circoli Fli Chiavari, Camogli, Sori, Bogliasco, Genova Cavour, Genova Levante e Coscienti di Genova hanno abbassato le saracinesche: «Abbiamo deprecato il Pdl e qui si sta peggio, non è accettabile. Ce ne andiamo in trenta chiudendo anche circoli con tanti simpatizzanti. Torniamo alla società civile a svolgere il nostro ruolo vista limpossibilità di fare politica».
Crisi nella crisi anche le posizioni distanti e diverse tra chi resta su come affrontare gli eventuali congressi territoriali. Per Gianfranco Gadolla «è necessaria unassemblea unitaria e non conflittuale. Va trovata una figura che possa essere collante tra le anime che compongono Fli: se non si trova la sintesi sarebbe lautodistruzione». Versione che non piace a Murolo che paragona la posizione gadolliana al sistema del Pdl: «Il dibattito interno è vitale - spiega il consigliere comunale -. Non ricominciamo con i congressi unitari perché ce ne siamo andati per non venerare nessun principe».
«Fli, che delusione». In trenta sbattono la porta
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