Un flop tira l’altro: ma Funari non sarà vietato

Dopo i fallimenti delle prime due puntate, il mattatore ha tentato una rivoluzione non riuscita: gli ascolti sono scesi ancora

Un flop tira l’altro: ma Funari non sarà vietato

da Milano

L’unica possibilità di salvezza per Funari era fare Funari. E invece non l’ha fatto. Sabato sera è andata in onda, per la terza volta, la controfigura di Funari, il Savonarola sbiadito che il pubblico ha bocciato già tre settimane fa. E che ha rifiutato di nuovo, decretando, se ce n’era ancora bisogno, la fine di uno show nato con ambizioni spropositate. Solo una frase ad effetto, una presa di posizione dura, un’invettiva feroce, insomma il Funari di una volta, avrebbe potuto dare una scossa al programma. Lui l’aveva promesso: rotta la collaborazione con l’autore Diego Cugia dopo il flop delle prime due puntate, aveva detto: «Ora cambio tutto. Dirò quello che penso». Invece, niente, lo showman se n’è stato lì sulla sua poltrona rossa a girare per lo studio e fare interviste sul velluto (perché continuare a dire «ora ti devo fare una domanda dura», se poi questa non arriva mai?) a una lunga serie di personaggi noti, da Gigi D’Alessio a Milva a Monsignor Tonini, buttati dentro uno show senza capo né coda. Per sorvolare sul pietoso duetto con la moglie Manuela che inscenava una finta gelosia per la soubrette tutta curve.
Insomma, il cambiamento è stato peggio dell’originale. L’Apocalisse firmata Cugia aveva almeno un suo perché, un racconto, un obiettivo, il tutto rivelatosi troppo sofisticato per il pubblico del sabato di Raiuno. Ma quello che è andato in onda sabato sera - certo tirare su un programma morto è praticamente impossibile - non aveva alcun senso. E infatti il pubblico se ne è rimasto su Canale 5 a guardarsi la Corrida di Gerry Scotti, che ha mantenuto gli altissimi ascolti stagionali totalizzando il 33 per cento. Apocalypse Show, ribattezzato Vietato Funari, ha fatto meno di sabato scorso: due milioni e mezzo di spettatori, con il 12,94 per cento nella prima parte. E neppure la furbata di spezzare in due il programma (giochino che si fa per mimetizzare i numeri Auditel) è servita a qualcosa: la seconda parte è scesa al 10,56, un milione 344mila spettatori. Per capirci: dodici punti in meno rispetto alla media di share del prime time di Raiuno (che, comunque, nonostante i due flop di Colpo di genio e Apocalypse, resta stabile sull’alto dato del 25 per cento).
La trasmissione di Funari verrà tenuta in vita con le flebo. Si faranno le due puntate mancanti e poi si calerà il sipario su questa triste vicenda. Certo, spiace vedere che un personaggio con la storia di Funari chiuda in questo modo la sua carriera. Chi lo ha chiamato a questo compito (il direttore Del Noce, l’autore Cugia e il produttore Ballandi) si era immaginato che bastasse quel nome per attirare l’attenzione del pubblico. E anche lui, Funari, ha pensato che bastasse se stesso.

Il flop, invece, ha mostrato che il pubblico si era dimenticato di lui. Gli sarebbe tornato in mente solo rivedendo il Funari di vent’anni fa. Alla fine resta la domanda: perché chiamare su Raiuno un personaggio di rottura per fargli fare cose da Raiuno?

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