Il «fly world» di Zucchero fa tappa al Vaillant Palace

Al secolo Adelmo Fornaciari, in arte semplicemente Zucchero o «Sugar» Fornaciari (la scelta del nome risale ad un ricordo d'infanzia del cantante, quando la sua maestra delle elementari diceva che era «dolce come lo zucchero» e lo chiamava «marmellata e zucchero») farà tappa a Genova con il suo tour mondiale «Zucchero Fly World Tour2007», domani sera al Vaillant Palace.
Zucchero è partito con la sua tournèe dall'Olympia di Parigi e ha già tenuto concerti in oltre 80 città europee registrando il tutto esaurito: «Giro il mondo da trent'anni - racconta Sugar - ma questo è il tour più importante e più lungo».
Il blues, per non dire il soul e il gospel, disegnano la mappa di questo nuovo show che ruota intorno alla tastiera di David Sancious, ex colonna della E-Street Band di Springsteen oltre che di Peter Gabriel, Santana, Sting, Eric Clapton, ai chitarristi Mario Schilirò, storico della Band, a Kat Dyson già chitarra di Prince (New Power Generation) che improvvisa come una fuoriclasse dando alle canzoni accenti black, al bravissimo batterista Adriano Molinari, al mitico Polo Jones al basso e alla nuova vocalist potente e sicura, Sara Grimaldi.
Non c'è nulla di patinato nel concerto di Zucchero, subito appare lui da solo seduto sul trono voodoo, una poltrona forte di legno e velluto e corna di bufalo, con la chitarra in braccio, lo sguardo fisso perché «Dune Mosse» è una canzone con il cuore in mano, la scenografia è nelle canne d'organo, il protagonista assoluto di questo nuovo show, stilizzate sullo sfondo e altri oggetti che sanno di Mississipi, di taverne, e nei tre grandi lampadari da festa del ringraziamento, che pendono dall'alto tra fatiscenti tubi industriali, affiancando miseria e nobiltà, nella rapida successione tra chiesa e peccato.
Un'enorme riproduzione del moscone geneticamente modificato che campeggia sulla copertina di Fly, il suo penultimo album, veglia dall'alto su quella scena da botteghe di New Orleans, vecchi grammofoni, maschere africane, lamiere arruginite, manifesti strappati. Un contesto ruvido che rappresenta le sue radici, il suono vintage pervade sia il nuovo che il vecchio repertorio.
Dopo anni Zucchero riscopre le fascinazioni di «Miserere» con la ballad «It's all right» e «L'urlo» edulcorata dei suoi contenuti più provocatori recuperata soprattutto per la presenza dell'organo.


Sul palco con Zucchero, una special guest Irene Fornaciari e il suo «Vertini in fiore tour», e Senit, giovane e promettente cantante bolognese, di origini eritree, che sarà «opening act» di otto concerti del «Fly Tour» di Zucchero nei Palasport italiani.

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