Chiara Campo
Dario Fo affila le armi. Altro che capolista di Rifondazione comunista: una «proposta molto generosa», lha definita il portavoce del Nobel Paolo Cagna, «ma bisogna andare più avanti». Lappello di Fo, che ieri ha approvato la lista civica e questa mattina incontrerà il segretario provinciale del Prc Augusto Rocchi che lo aveva sollecitato a correre come capolista del partito, mettendo sotto il simbolo di Rifondazione la dicitura «Per Fo», è rivolto a tutte le forze che si riconoscono nei valori radicali di cui si fa portavoce. Non solo Rifondazione dunque, ma anche Comunisti italiani, Verdi, comitati cittadini e quanti vogliano costituire un unico grande soggetto. Una lista apparentata con quella del candidato dellUnione Bruno Ferrante, ma tanto luna avrà contenuti decisamente riformisti, quanto nellaltra si ritroveranno le anime meno «moderate». La sinistra-sinistra che vuol condizionare le scelte. E che hanno dimostrato alle politiche di riscuotere un importante consenso (...)
Dopo Davide Corritore, ieri intanto Ferrante ha ottenuto ladesione alla sua lista civica dallaltra candidata uscita sconfitta dalle primarie dellUnione, Milly Moratti, «in moratoria per un periodo dai Verdi» (di cui è capogruppo in Comune) «con lobiettivo comune di vincere le comunali», ha spiegato lex prefetto. Capolista dei Verdi sarà ora il consigliere milanese Maurizio Baruffi. Ferrante non si sbilancia ancora sul ruolo di Milly Moratti in cima alla lista civica, che sarà presentata il 20 aprile. Moratti, invece, ammette che «la base dei Verdi ci è rimasta un po male, ma avevamo sempre detto che sono proprio gli altri candidati che hanno partecipato alle primarie la vera squadra del sindaco». Squadra da cui il «quarto uomo», Dario Fo, continua dunque a restare fuori. «Ho sempre considerato Dario Fo una risorsa importante per Milano - ha affermato Ferrante -. Se presenta una lista che sostiene la mia candidatura va bene. Certo che occorre sintonia sui programmi».
Ferrante intanto prova a rincorrere lavversaria della Cdl sul tema delle tasse. Ma mentre Letizia Moratti continua a definirla una «tassa iniqua», e assicura che se verrà eletta sindaco ridurrà lIci sulla prima casa, lex prefetto ha ribadito anche ieri che è «unimposta necessaria», e come «regalino» ha rilanciato un abbattimento dellIci «sui box, per favorirne lacquisto e combattere inquinamento e traffico». E ha proposto di rivedere la tassa «per i proprietari che accettano di affittare alloggi a canone moderato». E Ferrante ieri ha cercato di mettere in cattiva luce la candidata della Cdl accusandola, subito smentito, di aver approfittato della sua carica di ministro per far visita al comando dei vigili in piazza Beccaria. «Sarebbe ora che Moratti la smettesse di fare il ministro, non è tollerabile che la battaglia per Milano sia combattuta da me che ho lasciato il mio incarico a novembre per fare il candidato e unavversaria che continua a fare una confusione di ruoli che sicuramente non giova - ha esordito -. Ha fatto visita al comando dei ghisa non si sa bene a che titolo e con quale qualifica. Ci vorrebbe un pizzico di responsabilità civile». Si sa bene, invece, che la Moratti aveva chiesto appuntamento al comando non in veste di ministro, ma da privata cittadina che si è candidata sindaco della città. «Sorprende, ancora una volta, che il dottor Ferrante, ex prefetto di Milano, non conosca o non ricordi le procedure per accedere alla sala operativa del Comando della polizia municipale di Milano - ha replicato la Moratti -. Ogni cittadino, e quindi anche il candidato Sindaco, può visitare questa postazione così importante per la sicurezza della città, facendo una normale richiesta allassessorato alla Sicurezza del Comune. Lo fanno ogni settimana decine di scolaresche. Lho fatto anche io ed è stato utilissimo, non lha fatto il dottor Ferrante». Una «lezioncina» che lex prefetto ha dovuto incassare insieme alla bocciatura del presidente del partito dei Socialisti, Bobo Craxi, sostenitore del candidato sindaco Ambrogio Crespi che ieri è sceso in lizza appoggiato anche dalla Federazione dei Liberaldemocratici. «La discesa in campo di un ministro - ha sostenuto Craxi - ha messo tutti nellidea che siamo di fronte a un confronto impari.
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